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STORIA DI UNA NAZIONE - Ortigia.it

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Nei calcoli della madre c’è pure la successione al Granducato di Toscana, il giorno<br />

che l’ultimo dei Medici, GianGastone si decide a lasciarlo libero. Spagna e Francia si<br />

uniscono nella guerre di successione al trono polacco; Carlo (Borbone) riceve l’ordine<br />

dalla madre di marciare verso Napoli, con l’eserc<strong>it</strong>o franco-spagnolo e scacciare gli<br />

austriaci dal viceregno. Con una facile v<strong>it</strong>toria (B<strong>it</strong>onto 1734) Carlo entra a Napoli senza<br />

colpo ferire.<br />

Grandi feste per un tiranno che ne scaccia un altro.<br />

Carlo fa vis<strong>it</strong>a alla tomba di San Gennaro (con relativo miracolo della liquefazione<br />

del sangue) quindi dichiara che lascerà il viceregno al figlio e che rinunzierà ai dir<strong>it</strong>ti sui<br />

due viceregni quando andrà in Spagna a succedere al fratellastro.-<br />

Nel 1737 la madre gli ordina di sposare Maria Amelia di Sassonia, figlia del Re di<br />

Polonia. Un rapporto d’informazione di agenti inglesi, afferma che ”Essi formavano la<br />

copia reale più brutta del mondo.” Ma molto affiatata e riparata, con v<strong>it</strong>a r<strong>it</strong>irata in<br />

campagna e con poco segu<strong>it</strong>o.<br />

Carlo fa iniziare gli scavi di Ercolano, quindi quelli di Pompei. Chiama da Roma il<br />

Vanv<strong>it</strong>elli e gli affida la sistemazione della reggia e la costruzione del palazzo reale di<br />

Caserta. Un’altra sua passione sono le porcellane. Suo cognato gliene aveva regalata una<br />

dalla Sassonia; Carlo si innamora di quest’arte, fa venire maestranze specializzate,<br />

chiama il chimico Scheper (tedesco) che conosce il segreto di quella fabbricazione e<br />

installa laboratori a Capodimonte. Questo strano re che nessuno vedrà mai con un libro in<br />

mano, crea la biblioteca reale riempiendola di libri che si era portato da Parma.<br />

La madre da Madrid lo tiene sotto controllo, con tre figure che gli fanno da guardiani:<br />

Santesteban, Montalegre e Tanucci; ministri più o meno competenti.-<br />

Tanucci sarà l’anima della pol<strong>it</strong>ica napoletana per 40 anni; è toscano di nasc<strong>it</strong>a, con<br />

una mostruosa forza di volontà, un’immensa ambizione, una cristallina onestà e una totale<br />

indifferenza alle manifestazioni esteriori del potere, come mostrine, galloni, t<strong>it</strong>oli, ecc..<br />

Ossessionato dal terrore delle malattie, la pol<strong>it</strong>ica di Napoli dipenderà da un suo supposto<br />

raffreddore. Tappato nel suo studio, Napoli sente il suo pugno ma non vedrà mai la sua<br />

faccia.-<br />

Quando Filippo V° muore e la moglie Elisabetta (Farnese) perde il potere per mano<br />

del nuovo re Ferdinando, figlio di primo letto di Filippo V°, anche Montalegre perde il posto<br />

Il Tanucci rimane assoluto padrone del governo di Napoli, sebbene si finga un esecutore<br />

di ordini.- Non è un illuminista, ma è un riformatore e un grande riformatore, ben deciso a<br />

adottare l’assolutismo con le necess<strong>it</strong>à di una società moderna; è un giurista, i suoi scr<strong>it</strong>ti<br />

sono un compendio di periodare contorto, arcaico, latineggiante, barboso. Ha però una<br />

cosa: il senso dello stato ed è lui che cost<strong>it</strong>uisce lo stato di Napoli. Non sarà facile<br />

perché il senso dello stato a Napoli si è perso perfino nel ricordo. Lo stato è Napoli c<strong>it</strong>tà e<br />

basta; non c’è entroterra o periferia perché questi sono comandate da altri sistemi.(chiesa,<br />

briganti, baroni, camorra.).Napoli ha circa 500 mila ab<strong>it</strong>anti; più di Vienna, ma stipati come<br />

una “casbah”, senza servizi, senza qualcosa che assomigli ad una struttura urbana. E’ la<br />

c<strong>it</strong>tà della calca, della confusione, della disoccupazione. Ci sono circa 25 mila nobili,<br />

venuti da tutte le province dell’interno, suddivisi in una miriade di classi, sottoclassi, caste,<br />

specie, sottospecie; C’è la “Nobiltà Generosa” normanna e angioina, c’è quella di<br />

“Privilegio” resa tale per i servigi resi agli spagnoli, da cui prendono a copia tutti i difetti, la<br />

cupidigia dei t<strong>it</strong>olo, l’ozio come prerogativa di rango, la protervia feudale.- Si sono<br />

modellati ai Hidalgo spagnoli ma senza il senso tragico della v<strong>it</strong>a, senza l’impegno tragico<br />

del sacrificio fino alla morte per il servizio. Essi non assolveranno per secoli nessun<br />

servizio, neanche quello mil<strong>it</strong>are; si sono rifugiati nella cap<strong>it</strong>ale lasciando i loro feudi ai<br />

gabelloti che gli elargiscono i soldi per fare la loro bella v<strong>it</strong>a.- Ovviamente non pagano<br />

tasse né in c<strong>it</strong>tà né nel loro feudo, di cui sono in certo senso, tiranni assoluti. Tante sono<br />

le angherie che subiscono i contadini, che la fuga dalle campagne diviene endemica; molti<br />

si rifugiano negli stati della Chiesa, i più vengono a Napoli ad ingrassare la straccioneria.-

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