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Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it

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Per il prigioniero platonico e per quello kafkiano vi è più sospensione e le narrazioni<br />

puntano maggiormente l'attenzione sulla sicurezza precedente, rispetto alla nuova condizione<br />

posteriore all'usc<strong>it</strong>a. Il r<strong>it</strong>orno è certamente tappa imprescindibile per il prigioniero platonico,<br />

spinto più dalla necess<strong>it</strong>à di comunicare agli altri incatenati ciò che ha visto, che da un bisogno<br />

di sicurezza e protezione della tana. Se Cipriano preferisce la libertà, Marçal e Marta saranno<br />

t<strong>it</strong>ubanti rispetto alla perentoria decisione del vecchio Algor di lasciare la tranquill<strong>it</strong>à del<br />

Centro. Una tranquill<strong>it</strong>à e una sicurezza che anche Matrix assicura, alle quali il trad<strong>it</strong>ore Cypher<br />

cede lusingato.<br />

Da tutte e cinque le nostre storie, seppur con accenti differenti, viene una suggestione<br />

importante: non credere che il mondo presente sia quello reale, ossia quello che si presenta a<br />

prima vista come l'unico possibile, naturale ed eterno. Naturalizzare la propria condizione<br />

presente, come se fosse stata sempre tale, sarebbe, è, l'errore più grande. Anziché andare alla<br />

ricerca di universalizzazioni possibili, batterne di nuove e di vecchie è forze la consegna più<br />

difficile e ambiziosa. Il m<strong>it</strong>o allegorico, i due racconti, i pezzetti del romanzo e le scene del film<br />

di tutto questo ci vogliono parlare. Detto in maniera “più filosofica”: inv<strong>it</strong>ano a ricercare la<br />

possibil<strong>it</strong>à di fuoriuscire e di trascendere l'immanenza della condizione presente. Non<br />

accettandola come naturale.<br />

Ci stupiamo e ci meravigliamo quando prendiamo consapevolezza di tutto questo. Come<br />

Cipriano, Ciàula, Neo e i prigionieri.<br />

Sono gli occhi, da sub<strong>it</strong>o, a consegnare a ciascuno un impatto possibile delle versioni e delle<br />

visioni della realtà. Seguendo una volontà: «Laggiù sta succedendo qualcosa e io devo saperlo,<br />

Qualunque cosa ci sia non potrà rimanere segreta per tutta la v<strong>it</strong>a, Marçal mi ha detto che ci<br />

avrebbe raccontato tutto, di r<strong>it</strong>orno dal turno, Benissimo, ma a me una descrizione non basta,<br />

voglio vedere con i miei occhi» [Saramago]. Non nascondendo le difficoltà: «E se lo si<br />

costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe<br />

volgendosi verso gli oggetti di cui può sostenere la vista?» [Platone].<br />

Anche se dobbiamo sempre tenere presente la saggezza di Morpheus:<br />

Neo, cui si devono ricost<strong>it</strong>uire i muscoli atrofizzati, apre gli occhi.<br />

Neo: Mi fanno male gli occhi.<br />

Morpheus: Perché non li hai mai usati.<br />

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