Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it
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Rendendosi conto che Parigi in armi è altrettanto calma ed eroica, che difende l'ordine con<br />
altrettanta energia che coraggio, che si sacrifica con altrettanta consapevolezza che valore, che è<br />
armata solo per dedizione alla libertà e alla gloria di tutti, la Francia deve far cessare questo<br />
sanguinoso confl<strong>it</strong>to!<br />
È la Francia che deve disarmare Versailles manifestando solennemente la sua irresistibile<br />
volontà.<br />
Chiamata a beneficiare delle nostre conquiste, che essa si dichiari solidale con i nostri sforzi,<br />
che sia nostra alleata in questa lotta che non può finire che col trionfo dell'idea comunale o con<br />
la rovina di Parigi.<br />
Quanto a noi, c<strong>it</strong>tadini di Parigi, noi siamo invest<strong>it</strong>i della missione di portare a compimento<br />
la Rivoluzione moderna, la più grande e la più feconda di tutte quelle che hanno sin qui<br />
illuminato la <strong>Storia</strong>.<br />
Il nostro dovere è di combattere e di vincere!<br />
LA COMUNE DI PARIGI<br />
Parigi, il 19 aprile 1971<br />
da M. Salvati (a cura di), I giornali della Comune, Feltrinelli, Milano 1971.<br />
______________________________<br />
Lettura 4<br />
Il «dispotismo democratico» di Luigi Napoleone<br />
nel giudizio di uno storico prussiano<br />
Il quarto Stato cost<strong>it</strong>uiva in Francia la classe pol<strong>it</strong>ica, ed era di continuo glorificato dalla<br />
burocrazia con panegirici adulatorii. «Dio ha primieramente rivelato il Salvatore a questa che è<br />
la classe più numerosa e più interessante della società», affermavano le circolari dei prefetti; e<br />
prima delle elezioni del 1857 un ministro dichiarò ufficialmente: «i contadini e gli operai hanno<br />
creato l'impero, quelle molt<strong>it</strong>udini di uomini operosi, che formavano l'ampia base del suffragio<br />
universale». […] Il suffragio universale formava la base del nuovo dir<strong>it</strong>to pubblico ed entrava<br />
in vigore in ogni elezione, in ogni cambiamento dei principii fondamentali della Cost<strong>it</strong>uzione:<br />
gettò in breve tempo radici tanto salde, che nessun part<strong>it</strong>o ha più pensato seriamente di levarlo.<br />
Nelle elezioni del 1863 partecipò il 73,9 per cento, nei plebisc<strong>it</strong>i che fondarono la Cost<strong>it</strong>uzione<br />
e l'Impero, dal 75 all'84 per cento della popolazione adulta maschile. Abili strumenti del<br />
governo ricavarono da tali dati la conclusione: «l'Impero è la più grande e più felice democrazia<br />
che il mondo ha mai vista coronata dalla gloria e dalla libertà»; ma lo storico, invece, per<br />
l'appunto in cotesta enorme partecipazione del popolo discerne la prova dello sconfinato<br />
potere del dispotismo democratico. […]<br />
Ogni regime dispotico è effetto da un tratto mistico: il misticismo del Secondo Impero si<br />
manifestò nella devozione religiosa con cui era celebrata la maestà della volontà popolare, la<br />
sagra dell'homme-peuple. Non occorre dire che cotesta sagra era immediatamente caduca, non<br />
appena la volontà popolare cangiasse. Certo, il bonapartismo non nutriva pregiudizi, né<br />
pretendeva, come anni prima i Borboni, di cancellare il passato, ma si sentiva legato di<br />
solidarietà con tutti i governi precedenti: celebrava le idee dell''89 come il principio<br />
fondamentale, la fiamma v<strong>it</strong>ale della sua cost<strong>it</strong>uzione, e professava con labbro eloquente<br />
gl'ideali di libertà, anche se poi col fatto la sopprimeva. L'imperatore asserì: «fedele alla mia<br />
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