Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it
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c) L'es<strong>it</strong>o del percorso è scontato? Vale la pena liberarsi dalla schiav<strong>it</strong>ù? Questa eventuale<br />
liberazione è vera libertà?<br />
3.2 Versioni e visioni<br />
Ecco quali sono state le considerazioni e i riassunti, attraverso polar<strong>it</strong>à, fatte con la classe:<br />
La caverna di Platone. L'allegoria della caverna è la nostra base di riferimento: in<br />
particolare vi troviamo la frase da cui ha preso le mosse il nostro ragionamento [«Strana<br />
immagine è la tua – disse – e strani sono quei prigionieri». «Somigliano a noi – risposi»] e due<br />
polar<strong>it</strong>à importanti: vero/falso [«Se quei prigionieri potessero conversare fra loro, non credi<br />
che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni?»]; luce/ombra [«E, giunto alla luce,<br />
essendo i suoi occhi abbagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono<br />
dette vere»].<br />
A questo punto potremmo rispondere alle tre domande avanzate in precedenza delineando<br />
il cuore della filosofia di Platone: l'uomo con l'aiuto della filosofia può liberarsi dalla sua<br />
condizione miserabile tram<strong>it</strong>e l'aspirazione ad una conoscenza più alta. La filosofia platonica<br />
vuole condurre l'uomo dal mondo della non ver<strong>it</strong>à e delle opinioni instabili, ossia la caverna e<br />
le sue ombre, alla conoscenza delle idee trascendenti che sono la vera realtà. In questa<br />
possibil<strong>it</strong>à gnoseologica risiede un futuro che superi la cond<strong>it</strong>io humana miserabile, lim<strong>it</strong>ata e<br />
infelice del tempo presente.<br />
Lasciando Platone e tenendo sempre aperte tutte e tre le domande avanzate in precedenza<br />
abbiamo raccolto altre suggestioni dal m<strong>it</strong>o, mettendolo in stretta relazione con gli altri brani in<br />
esame.<br />
La tana di Kafka. Proprio il <strong>finale</strong> della Caverna platonica ci consegna il punto di partenza<br />
del racconto kafkiano [«Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo<br />
sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all'improvviso dal sole?» e ancora: «E se<br />
dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con loro che sono rimasti sempre<br />
prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima che gli occhi tornino allo stato<br />
normale? e se questo periodo in cui rifà l'ab<strong>it</strong>udine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli<br />
allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e<br />
che non vale neppure la pena di tentare di andar su?»]. Qui il tema è della ridiscesa nella<br />
caverna, nella tana, o meglio il rapporto fra il dentro e il fuori, fra la (presunta) libertà del fuori<br />
e la libertà del dentro, ossia la sicurezza acquis<strong>it</strong>a, da cui è difficile prescindere se non si vuole<br />
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