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Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it

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Quello fra il vassallo e il signore, come abbiamo visto, era un legame particolare. Il<br />

giuramento di fedeltà comportava non tanto la sottomissione, quanto una «devozione senza<br />

debolezza», nonché l'«aiuto» al signore in tutte le forme, particolarmente sotto l'aspetto<br />

mil<strong>it</strong>are; di contro l'omaggio, il beneficio. Bloch sottolinea, in questo contesto, come il<br />

vassallaggio scavalchi e trionfi, nella pratica e nel dir<strong>it</strong>to, sulla relazione parentale o di sudd<strong>it</strong>o,<br />

andando progressivamente a sost<strong>it</strong>uirsi al lignaggio. «La dipendenza di un uomo da un altro<br />

uomo non fu presto che la risultante delle dipendenze di una terra da un'altra. La stessa<br />

ered<strong>it</strong>arietà, anziché suggellare la solidarietà di due lignaggi, concorse invece all'indebolimento<br />

del vincolo, poiché valse anz<strong>it</strong>utto per gli interessi terrieri: l'erede prestava l'omaggio solo al<br />

fine di conservare il feudo. Il problema sorse tanto per gli umili feudi degli artigiani quanto per<br />

gli onorati feudi dei cavalieri» [Bloch, pp. 267-8]. Si tratta, in sostanza, dell'eclissarsi del<br />

sentimento di libera scelta e dell'alienazione, insieme al feudo, dei doveri inerenti al<br />

vassallaggio. Una progressiva perd<strong>it</strong>a del carattere originario, un freno al «paradosso» della<br />

reciproc<strong>it</strong>à.<br />

Veniamo adesso alla signoria rurale, affermatasi con il dissolvimento dell'Impero carolingio.<br />

Scrive Bloch: «In essa i poteri del capo ebbero, sin dall'origine, lo scopo, se non esclusivo per<br />

lo meno preponderante, di assicurargli dei redd<strong>it</strong>i mercè il prelievo sui prodotti del suolo. [...]<br />

Da un lato il dominio chiamato anche dagli storici «riserva», di cui il signore raccoglieva<br />

direttamente tutti i frutti; dall'altro, le tenures: piccole o medie gestioni contadine,<br />

raggruppantisi, in numero più o meno considerevole, intorno alla «corte» signorile» [Bloch p.<br />

273]. La maggioranza dei contadini, in questo modo, viveva soggetta a un doppia dipendenza:<br />

da un lato sudd<strong>it</strong>i di uno stesso padrone, dall'altro membri di una stessa comun<strong>it</strong>à rurale. Il<br />

grande proprietario poteva eserc<strong>it</strong>are il proprio potere, per consuetudine o per contratto, sia<br />

sui lavoratori di condizione servile sia sui coloni liberi: su tutti e due gravavano sia tasse che<br />

servigi; gli abusi e i soprusi fecero presto a trasformarsi in costume. Il signore era al tempo<br />

stesso capo, protettore e giudice.<br />

Alla condizione di serv<strong>it</strong>ù Bloch dedica ampio spazio, soprattutto cercando di individuare il<br />

confine fra questa condizione e quella della libertà. Tra il VI e il XIII secolo quattro differenti<br />

figure si avvicendano: lo schiavo antico; lo schiavo affrancato (servus «accasato»), ma non di<br />

stato libero; il servo (serf); lo schiavo di origine straniera. Rispetto allo schiavo del mondo<br />

antico, nessun servo era oggetto di proprietà da parte del padrone: la definizione di «servaggio»<br />

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