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Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it

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Durante la notte Ciàula dorme. Ha paura della notte da quando, una volta, dopo un incidente,<br />

è usc<strong>it</strong>o dalla miniera e ha trovato il «bujo della notte»: un buio che non conosceva. Da allora<br />

la paura di quel buio lo tormenta. Fino a una notte particolare quando, per caso, uscendo dalla<br />

zolfara, restò stup<strong>it</strong>o e meravigliato dalla visione della Luna [«Restò – appena sbucato all'aperto<br />

– sbalord<strong>it</strong>o. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in<br />

quella chiar<strong>it</strong>à d'argento. Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli<br />

stava di faccia la Luna»]. Quel tipo di luce, non del sole, ma di luna gli reca «stupore»: uno<br />

stupore che lo libererà dall'angoscia, più che portarlo dall'ignoranza alla conoscenza della<br />

ver<strong>it</strong>à.<br />

Più che aprirci a degli interrogativi, il paragone pirandelliano della caverna ha un carattere<br />

affermativo: con la risal<strong>it</strong>a dalla cava, seppur faticosa, paurosa e dolorosa, si giunge all'usc<strong>it</strong>a da<br />

uno stato, quello dell'angoscia.<br />

La caverna di Saramago. Quello stesso sentimento di angoscia che tiene sospeso Cipriano<br />

Algor per tutto il romanzo di Saramago. Proprio perché l'idea di abbandonare la propria casa<br />

di campagna e il proprio lavoro per una v<strong>it</strong>a nel Centro è come un salto nel buio.<br />

Cipriano Algor ha sessantaquattro anni, è vedovo e fa il vasaio, commercia con il Centro.<br />

Suo genero, Marçal Gacho, ne ha appena trenta e svolge la mansione di guardiano, sempre al<br />

Centro. Il Centro è una sorta di c<strong>it</strong>tà nella c<strong>it</strong>tà che divora la c<strong>it</strong>tà, un universo in espansione,<br />

espressione fisica – e anche metaforica – di questa globalizzazione. Dentro il Centro «non<br />

manca niente»: ab<strong>it</strong>azioni, negozi, luoghi di svago, ospedali, come pure cim<strong>it</strong>ero, aria purificata,<br />

temperatura costante e ottimale. Tutto è controllato, spiato, sorvegliato. È il «meglio» che si<br />

possa desiderare contrapposto a un «fuori» di traffico, pericoli, delinquenza, inquinamento, ma<br />

anche di campagna. Proprio dove vivono Cipriano Algor, sua figlia Marta e Marçal.<br />

La storia ha inizio il giorno in cui al vasaio viene rifiutata la sol<strong>it</strong>a forn<strong>it</strong>ura di piatti e<br />

stoviglie di terracotta che il centro gli comprava da tempo. Il motivo? Sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e da altrettante<br />

di plastica: la terracotta “non tira più”. Così Cipriano sarà costretto a inventarsi un nuovo<br />

lavoro: produrre statuette (sempre di terracotta) raffiguranti varia uman<strong>it</strong>à. La sua fornace e il<br />

mondo intorno ad essa, in questo modo, continueranno a vivere.<br />

La v<strong>it</strong>a di Marçal rimane sospesa fra il Centro e la sua famiglia, che vorrebbe riunire quando<br />

diventerà «guardiano residente» e tutti e tre potranno trasferirsi in una casa dentro al Centro. Il<br />

«guardiano residente» deve ab<strong>it</strong>are dentro il Centro: è una regola.<br />

La promozione è imminente e il trasferimento anche. Cipriano, dal canto suo, convive con<br />

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