Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it
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1. Modern<strong>it</strong>à e modernismo<br />
Anno Accademico 2002-2003<br />
Non c'è mai stata un'epoca che non si sia sent<strong>it</strong>a, nel senso<br />
eccentrico del termine, «moderna» e non abbia creduto di<br />
essere immediatamente davanti ad un abisso. La lucida<br />
coscienza disperata di stare nel mezzo di una crisi decisiva<br />
è qualcosa di cronico nell'uman<strong>it</strong>à. Ogni epoca si presenta<br />
irrimediabilmente moderna. Il «moderno» tuttavia è diverso<br />
nel senso in cui sono diverse le varie figure di uno stesso<br />
caleidoscopio.<br />
Walter Benjamin, Das Passagen-Werk<br />
David Harvey in apertura del suo La crisi della modern<strong>it</strong>à99 muove da una suggestione di<br />
Charles Baudelaire, che definisce la modern<strong>it</strong>à come «il trans<strong>it</strong>o, il fugg<strong>it</strong>ivo, il contingente, la<br />
metà dell'arte di cui l'altra metà è l'eterno e l'immutabile» (Il p<strong>it</strong>tore della v<strong>it</strong>a moderna, 1863), per<br />
introdurre la distinzione fra “modern<strong>it</strong>à” e “modernismo”, nonché il rapporto fra modernismo<br />
e postmodernismo.<br />
Per modern<strong>it</strong>à Baudelaire intende il fluire e il divenire temporale e l'atteggiamento, l'operare,<br />
il rapportarsi degli uomini ad esso. La forte cr<strong>it</strong>ica al “passatismo”, ossia alla troppa attenzione<br />
per le molteplici modal<strong>it</strong>à di leggere e interpretare universalmente la società e le sue forme,<br />
diventa un elemento fondante di quello che lo stesso Baudelaire definisce “moderno”. In<br />
questa nuova epoca non ci dovrebbe essere più spazio per chi tende a realizzare e interpretare<br />
tram<strong>it</strong>e leggi universali la società; non vi dovrebbero essere più una spiegazione dei fenomeni<br />
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