Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it
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fluire, al cambiamento, alla caduc<strong>it</strong>à e alla frammentazione intesi come base materiale della v<strong>it</strong>a<br />
moderna: il fine esplic<strong>it</strong>amente dichiarato è quello di riuscire a rappresentare l'eterno e<br />
l'immutabile in mezzo al caos. Con il passare del tempo, nel XIX secolo, la mercificazione e<br />
commercializzazione cominciano a farsi strada a tal punto che la «lotta per produrre un'opera<br />
d'arte, una creazione defin<strong>it</strong>iva che potesse trovare un posto unico sul mercato, doveva essere<br />
uno sforzo individuale compiuto in circostanze compet<strong>it</strong>ive». Per dirla con Walter Benjamin<br />
l'arte modernista come «arte auratica», nel senso che l'artista doveva assumere un'aura di<br />
creativ<strong>it</strong>à, di dedizione all'arte per l'arte al fine di produrre un oggetto culturale originale, unico<br />
e quindi commerciabile a prezzi di monopolio101. Dopo il 1848 la lotta di classe e le teorie<br />
emancipatorie di Marx assumono un ruolo centrale: i produttori di cultura dovevano schierarsi<br />
o con la borghesia o con il movimento dei lavoratori; «l'arte propagandistica ed esplic<strong>it</strong>amente<br />
pol<strong>it</strong>ica che si integrava con un movimento pol<strong>it</strong>ico rivoluzionario mal si conciliava con il<br />
canone modernista di un'arte individualistica e intensamente auratica, anche se l'idea di<br />
avanguardia artistica poteva, in certe circostanze, integrarsi con l'idea di un part<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico<br />
d'avanguardia»102. Anche in assenza di un preciso programma pol<strong>it</strong>ico, la produzione culturale<br />
doveva avere degli effetti pol<strong>it</strong>ici: fra le due guerre, infatti, gli artisti furono sempre più spesso<br />
costretti dagli eventi a rendere pubblico il loro impegno pol<strong>it</strong>ico.<br />
È proprio fra le due guerre che matura un periodo «eroico» del modernismo. Il m<strong>it</strong>o doveva<br />
redimere dall'universo informe della contingenza oppure, in modo più programmatico, fornire<br />
l'impulso per un nuovo progetto di impegno umano. Tutto ciò va incontro al crollo delle<br />
certezze illuministiche, al senso di disordine, anarchia e disperazione che Friedrich Nietzsche<br />
aveva seminato. Si fa avanti il periodo della Germania nazista, del «modernismo reazionario».<br />
In questo quadro crescono i movimenti socialisti e comunisti, crollano i governi liberali,<br />
salgono al potere i fascismi. «L'estetizzazione della pol<strong>it</strong>ica attraverso la produzione di tali m<strong>it</strong>i<br />
onnivori (e il nazismo fu uno di questi m<strong>it</strong>i) fu il lato tragico del progetto modernista; esso<br />
divenne sempre più evidente mentre l'era eroica trovava la sua fine drammatica nella seconda<br />
guerra mondiale»103.<br />
Dopo il 1945 possiamo delineare un tipo di modernismo «universale» e «alto» che aveva un<br />
rapporto più agevole con i centri di potere dominanti della società. Il modernismo risultante<br />
101W. Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibil<strong>it</strong>à tecnica, Einaudi, Torino 1966.<br />
102CM, p. 45.<br />
103CM, p. 50.<br />
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