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Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it

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omogeneo, obiettivo e astratto»125: la proprietà privata, ossia la compravend<strong>it</strong>a di uno spazio<br />

astratto come merce. È in tale epoca che viene posto con forza il problema dell'«annullamento<br />

dello spazio attraverso il tempo»: bisogna ridurre le barriere spaziali, recuperare il tempo perché<br />

si matura la convinzione che più tempo si risparmia, maggiori possono essere i guadagni. Da<br />

qui prende avvio un processo frenetico del sempre maggior controllo di spazi, terr<strong>it</strong>ori e luoghi<br />

che porterà al marketing e alle reti di produzione postfordiste.<br />

Da un secolo all'altro Harvey ci conduce nell'Ottocento e r<strong>it</strong>orna sull'emersione del<br />

modernismo quale forza culturale: si fa avanti una compenetrazione fra terr<strong>it</strong>orio e tempo,<br />

secondo cui quest'ultimo poteva «essere accelerato grazie al controllo ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o per mezzo<br />

dell'organizzazione e della frammentazione dell'ordine spaziale della produzione»126. E<br />

frammentazione diventa il qualificante dello spazio, in tutti i campi di relazione ed espressione.<br />

Preludio della «condizione postmoderna» che prevede una tensione fra il privilegiare la<br />

spazializzazione del tempo (Essere), da un lato, e l'annullamento dello spazio attraverso il<br />

tempo (Divenire), dall'altro127.<br />

Forse la comprensione spazio-temporale della condizione postmoderna ci porta ad<br />

intravedere una complessa frammentazione spaziale che tende ad annullarsi dentro la sola<br />

dimensione del tempo presente128? Vale la pena cimentarsi proponendo un'analisi della<br />

compless<strong>it</strong>à di questo livello?<br />

Sono queste le due domande finali che ci sentiamo di avanzare. Sono quattro le risposte che<br />

Harvey fornisce e che definiscono gli atteggiamenti possibili davanti all'impossibil<strong>it</strong>à di una<br />

compressione spazio-temporale. «La prima linea di difesa consiste nel r<strong>it</strong>irarsi in una sorta di<br />

silenzio traumatico, indifferente o stremato e nell'inchinarsi di fronte all'opprimente sensazione<br />

di quanto tutto sia vasto, intrattabile e al di là di ogni controllo individuale o persino<br />

collettivo»129. La seconda risposta è racchiusa in retoriche estremamente semplificate. Più reali<br />

e materiali, con l'ambizione del cimento, le altre due risposte: da un lato il tentativo di cavalcare<br />

la tigre della compless<strong>it</strong>à e della comprensione spazio-temporale; dall'altro il rifiuto della grande<br />

narrazione e la coltivazione di una nicchia intermedia per la v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica e intellettuale, per far<br />

125CM, p. 311.<br />

126CM, p. 327.<br />

127CM, pp. 334 ss.<br />

128Si veda in particolare il cap<strong>it</strong>olo 17.La comprensione spazio-temporale: la condizione postmoderna (CM, pp. 347-<br />

74). In particolare sono richiamate dall'autore come struttura le caratteristiche del sistema dell'accumulazione<br />

flessibile e a livello sovrastrutturale i mutamenti nel campo dei servizi, nelle mode, nei media e nella pubblic<strong>it</strong>à,<br />

nella produzione culturale.<br />

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