Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it
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attinenti al testo per poi cercare di allargare il campo e provare a estrapolare concetti più<br />
generali. Dunque non soltanto il manuale, ma l'integrazione di più strumenti: quando nelle<br />
classi quarte (a.s. 2002/03) abbiamo affrontato l'opera e il pensiero di Galileo Galileo oltre al<br />
manuale e alle letture antologiche, al centro della verifica sono stati inser<strong>it</strong>i anche l'opera<br />
teatrale di Bertolt Brecht, V<strong>it</strong>a di Galileo, e il film di Liliana Cavani, Galileo. Proprio le molteplici<br />
dimensioni di approccio hanno permesso il coinvolgimento di tutta la classe attraverso<br />
interventi e rimandi efficaci dai testi al video e viceversa.<br />
Non soltanto in un caso specifico è stata promossa la partecipazione di tutta la classe,<br />
attraverso la discussione: lezioni collettive ad hoc sono sempre state una costante della tipologia<br />
di approccio adottata dalla mia tutrice nelle sue classi. La forma partecipata del<br />
dibatt<strong>it</strong>o/discussione/interrogazione/verifica stimola una “competizione virtuosa” che porta a<br />
favorire un susseguirsi di interventi rispetto alle domande dell'insegnante al fine di definire i<br />
concetti richiesti. Non sempre tale competizione virtuosa diventa cooperazione che mette<br />
assieme le conoscenze e le rende completamente condivise, anche se tale metodologia risulta<br />
assai utile all'apprendimento. Permane, comunque, un duplice problema: i più timidi non<br />
parlano, i più “disinteressati” non parlano: spetta all'insegnante, allora, stimolare entrambi<br />
coinvolgendoli direttamente.<br />
Alle volte abbiamo anche sviluppato un lavoro di gruppo sul livello di concettualizzazione<br />
attraverso, per esempio, la scr<strong>it</strong>tura su un foglietto anonimo di una definizione e la successiva<br />
lettura in classe delle medesime per la ricerca, attraverso le parti in comune, del contenuto del<br />
concetto scelto in origine [Cfr. Lezione di pedagogia di Franceschini del 20 dicembre 2002].<br />
Uno dei rischi paventati all'inizio della presente esposizione si ripropone al momento delle<br />
verifiche orali ed è riassumibile nella seguente domanda: «c'è il rischio di andare a simpatia?»<br />
[Cfr. Lezione di pedagogia di Galanti del 7 febbraio 2003]. Vediamo un altro caso specifico: una<br />
ragazza piange e dice di avere mal di pancia: dobbiamo continuare o smettere di interrogarla?<br />
Decidiamo, con la mia tutrice, di continuare e la ragazza alla seconda domanda si blocca<br />
nuovamente: «cioè, io sono qui, ma è come se non fossi presente in classe, non c'ho la testa».<br />
Sta male. Dopo, durante la ricreazione, l'avviciniamo e scopriamo il motivo del blocco. Come<br />
ci siamo comportati? Dobbiamo affermare un ruolo informale dell'insegnante? Dobbiamo<br />
essere presenti e familiari, oppure distaccati? La nostra vicinanza a questo caso-tipo va a<br />
discap<strong>it</strong>o del nostro ruolo e della nostra vicinanza agli altri? Io r<strong>it</strong>engo che si debba dedicare<br />
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