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ecava <strong>per</strong> strade e piazze la statua della Vergine Maria col bambino, quasi ad<br />
anticipare la festa di Agata, quale sua figlia, discepola ed erede spirituale.<br />
La festa è una delle più segui<strong>te</strong> al mondo e Agata è sicuramen<strong>te</strong> la Santa<br />
Patrona più amata dai suoi devoti, è affascinan<strong>te</strong>, tuttavia, ri<strong>per</strong>correre le<br />
origini di alcune aspetti della festività che la ricollegano al culto di Iside.<br />
Pare infatti che anticamen<strong>te</strong> il fercolo avesse la forma della prua di una<br />
barca, in ricordo di quella su cui si era imbarcata Iside alla ricerca dell’amato<br />
Osiride, ucciso e fatto a pezzi dall’invidioso fra<strong>te</strong>llo Set. La moglie a bordo di<br />
una nave setacciò le sponde del Nilo, finché non riuscì a ritrovare tutti i pezzi<br />
del corpo del marito e a riportarlo in vita.<br />
Sempre ad Iside è dedicato l’obelisco ottagonale posto sulla groppa<br />
dell’elefan<strong>te</strong> di pietra situato in Piazza Duomo, e pare che la Cat<strong>te</strong>drale sia<br />
stata costruita sul luogo in cui un <strong>te</strong>mpo si ergeva un <strong>te</strong>mpio dedicato alla dea<br />
egizia, di cui <strong>per</strong>ò non sono mai sta<strong>te</strong> trova<strong>te</strong> tracce.<br />
Tutti sono a conoscenza del valore storico e religioso del culto di S.<br />
Agata e di quanto la festa di S. Agata sia la massima espressione del folklore<br />
catanese. La festa ha subito no<strong>te</strong>voli trasformazioni <strong>nel</strong> corso dei secoli, <strong>per</strong><br />
cui, oggi non si <strong>te</strong>ngono più le corse dei berberi (cavalli senza fantino) che<br />
avvenivano fino al 186 lungo l’antica via Del Corso, oggi via V. Emanuele.<br />
Non ci sono più le cavalca<strong>te</strong> dei nobili o del Vescovo; non si fanno più<br />
palchi <strong>per</strong> le strade <strong>per</strong> assis<strong>te</strong>re a ques<strong>te</strong> cavalca<strong>te</strong>, il fercolo non è più<br />
seguito dai professori dell’Università e dai magistrati, ma solo dal Sindaco e<br />
dagli assessori cittadini, non ci sono le cala<strong>te</strong> dell’angelo (un angelo di legno<br />
veniva fatto scendere lungo una corda fino a rendere omaggio alla Santa) che,<br />
spesso, facevano fermare la processione<br />
Dal set<strong>te</strong>cento fino alla recen<strong>te</strong> guerra del Golfo del 1990, diverse sono<br />
sta<strong>te</strong> le occasioni che hanno condizionato il rituale svolgersi della festa.<br />
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