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s.agata nel cuore - Catania per te

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Oggi, più che mai, si avver<strong>te</strong> il bisogno di ri<strong>per</strong>correre le tappe della nostra<br />

infanzia, di sentirsi ancor giovani, confrontarsi con il presen<strong>te</strong> assai povero di<br />

al<strong>te</strong>rnative. Per tal motivo mi ricordo il <strong>te</strong>mpo in cui, il mattino del quattro<br />

febbraio, mio nonno pa<strong>te</strong>rno mi conduceva <strong>per</strong> mano ad assis<strong>te</strong>re, lungo la<br />

via Dusmet, proprio innanzi a villa Pacini, alla tradizionale ed ormai passata<br />

alla storia, “abbiata ‘e catti”, duran<strong>te</strong> la quale i “parrineddi”, seminaristi<br />

prossimi all’abito talare, affacciati da Palazzo dei Chierici, lanciavano<br />

variopinti festoni e volantini con su scritto “Viva Sant’Agata”, svolazzanti<br />

come allegre banderuole al vento, che rimanevano incastrati <strong>per</strong> giorni ai rami<br />

degli alberi. L’usanza della “strisciata”, venne introdotta <strong>nel</strong> 700.<br />

Mi ricordo che in quel <strong>te</strong>mpo si respirava un’aria colma di serena ed<br />

allegra euforia che preludeva ai dì della festa, un’aria mescolata al gradevole<br />

profumo del torrone alle mandorle di Sicilia, dello zucchero filato, delle<br />

cassa<strong>te</strong>lle alla ricotta, degli aromatici bomboloni dai colori accattivanti, degli<br />

“arancini” al sugo, delle olivet<strong>te</strong> e della calia appena tostata.<br />

Ed i miei ricordi riferiti alla festa non si fermano qui, ma proseguono<br />

con la narrazione di episodi della memoria che si riferiscono agli anni della<br />

fanciullezza, allorquando dalla mia abitazione, osservando il cielo, vedevo<br />

passare svariati palloni alimentati a gas, ciascuno con una luce in<strong>te</strong>rna,<br />

generata dalla combustione del gas, il quale faceva sì che il pallone assumesse<br />

la spinta necessaria <strong>per</strong> spiccare il volo.<br />

Ed era straordinariamen<strong>te</strong> bello ammirare, uno dopo l’altra, ques<strong>te</strong><br />

splendenti e variopin<strong>te</strong> figure che, di volta in volta, con quella fiammella al<br />

loro in<strong>te</strong>rno, attraevano il mio sguardo di bimbo allegro ed estasiato.<br />

Questi palloni in cielo assumevano le più variega<strong>te</strong> forme di animali e<br />

venivano fatti partire da Piazza Duomo, duran<strong>te</strong> le ore pomeridiane del 5<br />

febbraio. Dopo alcuni anni questi lanci furono ripresi in Piazza S<strong>te</strong>sicoro,<br />

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