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I cristiani furono tanti, quanti sarebbero stati necessari <strong>per</strong> il trionfo<br />
sulla durezza del <strong>cuore</strong> umano, <strong>per</strong> convincerlo che i primi e più forti battiti<br />
non dovevano essere provati <strong>per</strong> la salu<strong>te</strong> del corpo, ma <strong>per</strong> quella dell’anima.<br />
La bella fanciulla Agata apparve sulla <strong>te</strong>rra etnea <strong>per</strong> salvarla, non già<br />
dagli incendi e dai <strong>te</strong>rremoti, ma dal peccato.<br />
Il colpo più grave impartito alla tradizione scritta del Martirio di<br />
Sant’Agata, fu quello datole dalla <strong>per</strong>secuzione dell’im<strong>per</strong>atore Diocleziano, il<br />
quale ordinò la distruzione di tutti gli atti, registri e suppellettili del culto<br />
cristiano, ordine che a <strong>Catania</strong> fu rigorosamen<strong>te</strong> rispettato ed eseguito, come<br />
dimostra il Martirio del Vescovo S. Euplio, avvenuto <strong>nel</strong> 303.<br />
Quello che subì Sant’Agata è il Martirio della bellezza e del pudore,<br />
eroicamen<strong>te</strong> sopportato e trionfalmen<strong>te</strong> vinto, prima di ciò, presso la<br />
religione pagana il pudore femminile non aveva più pro<strong>te</strong>ttori.<br />
I libri della liturgia cristiana dell’eroico paladino della fede, raccontano<br />
che, <strong>nel</strong>l’entusiasmo del trionfo, i cristiani, seguiti dagli s<strong>te</strong>ssi iconoclasti,<br />
corsero al <strong>te</strong>mpio di Demetra e non lo lasciarono finché non lo videro<br />
completamen<strong>te</strong> distrutto dalle fiamme, ciò come solenne pro<strong>te</strong>sta contro<br />
l’o<strong>per</strong>a di corruzione del sesso femminile, <strong>te</strong>ntata dal sovversivo Eliodoro.<br />
Era allora raro vedere una fanciulla camminare da sola <strong>per</strong> le strade<br />
illumina<strong>te</strong> della città del fuoco: o era un’insegnan<strong>te</strong> venuta dal cosiddetto<br />
Continen<strong>te</strong>, o una miss inglese a servizio di qualche casato aristocratico.<br />
TEATRO DELLA VICENDA<br />
Teatro della vicenda è la piazza di Sant’Agata appena sgomberata dalle<br />
macerie, quella piazza i cui confini il Duca di Camastra ha no<strong>te</strong>volmen<strong>te</strong><br />
dilatati, <strong>nel</strong>la visione avveniristica di un piano regolatore che egli ha ormai<br />
impostato e da cui dipenderà la rinascita di <strong>Catania</strong>.<br />
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