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iconosciuto dei Salmi. Il 6° riquadro sopra la porta ritrae donna Maria<br />
d’Avila con i capelli sciolti sulle spalle ed ornati con un nastro legato sulla<br />
fron<strong>te</strong>, ritratto somiglian<strong>te</strong> ad un uomo somiglian<strong>te</strong> a quello scolpito da<br />
Anto<strong>nel</strong>lo Freri sul monumento funebre del Vicerè Ferdinando de Acugna,<br />
alludendo ad una raffigurazione allegorica.<br />
La volta a bot<strong>te</strong> è rivestita da decorazioni vegetali, entro cui sono collocati<br />
6 angeli che reggono 3 monogrammi: due del Cristo, uno con le let<strong>te</strong>re AM di<br />
un pittore locale che <strong>per</strong> ultimo lavorò <strong>nel</strong>la stanzetta, forse a metà 500.<br />
Allorquando <strong>nel</strong> 1943 si misero in evidenza ques<strong>te</strong> pitture, gli spor<strong>te</strong>lli<br />
furono trasferiti ed abbandonati in uno dei magazzini della Cat<strong>te</strong>drale e<br />
soltanto dopo le insis<strong>te</strong>nti richies<strong>te</strong> di alcuni cittadini, furono ricollocati sulla<br />
pare<strong>te</strong> meridionale della Sacrestia.<br />
Oggi sono esposti al Museo Diocesano e si compongono di scene<br />
scolpi<strong>te</strong> in 4 formelle, a rappresentare i diversi momenti del martirio della<br />
Santa ed esattamen<strong>te</strong>: amputazione delle mammelle, visita dell’Apostolo<br />
Pietro in carcere, supplizio della fornace, transito ed apo<strong>te</strong>osi della Martire.<br />
La cornice intorno è decorata da girali (parti di edifici) a rilievo, di<br />
sapore rinascimentale, in mezzo a cui spuntano o delle <strong>te</strong>s<strong>te</strong> di putti che<br />
sorreggono le armi della famiglia commit<strong>te</strong>n<strong>te</strong> dei Pa<strong>te</strong>rnò, o dei Cherubini, o<br />
delle protomi ferine, cioè <strong>te</strong>s<strong>te</strong> di felino che stringono un a<strong>nel</strong>lo in bocca.<br />
Nel 1527 lo scultore napoletano Scipione di Guido fu incaricato di<br />
adornare con la storia di Sant’Agata e delle sue reliquie gli stalli del grande<br />
coro ligneo della Cat<strong>te</strong>drale, posto <strong>nel</strong>l’abside maggiore.<br />
Nonostan<strong>te</strong> la sua vena inventiva dimostrata <strong>nel</strong> trattare l’o<strong>per</strong>a e<br />
l’abilità <strong>nel</strong>la trattazione del rilievo e della prospettiva, l’eleganza ed il<br />
movimento delle figure, bisogna riconoscere che, nei 4 episodi che<br />
costituiscono l’argomento degli spor<strong>te</strong>lli della Cameretta del <strong>te</strong>soro, egli non<br />
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