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s.agata nel cuore - Catania per te

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Le origini risalgono al 1098 ma, dopo il <strong>te</strong>rremoto del 1693 fu ricostruita su<br />

ordine del vescovo Andrea Riggio che <strong>nel</strong> 1710 istituì la Congregazione dei<br />

preti secolari, col titolo di Maria Santissima dei set<strong>te</strong> Dolori, rappresentata dal<br />

grande medaglione che, ancor oggi, figura sul prospetto principale, o<strong>per</strong>a<br />

dell’archi<strong>te</strong>tto catanese Francesco Battaglia, realizzato duran<strong>te</strong> il 1710.<br />

L’in<strong>te</strong>rno della chiesa è a navata unica con due altari posizionati sul lato<br />

sinistro, guardando l’ingresso, e due su quello destro.<br />

Quelli sul lato destro sono dedicati, a San Giovanni Nepomuceno (patrono<br />

dell’elemosina, il quale fu fatto annegare sul fiume Moldava, allorquando si<br />

rifiutò di rendere nota la confessione della moglie di Venceslao VI re<br />

germanico di Boemia) ed al martirio di San Biagio, il cui corpo fu<br />

orrendamen<strong>te</strong> dilaniato dai pettini di ferro.<br />

Gli altari di sinistra riproducono su <strong>te</strong>la del Meli il martirio di S. Andrea<br />

sulla croce, mentre l’altro affresco si riferisce alla Sacra Famiglia.<br />

Oggi è meta di un gran numero di devoti che, ai piedi dell’altare, <strong>nel</strong> punto<br />

in cui Agata ot<strong>te</strong>nne il miracolo da S. Pietro, supplicano aiuto, invocano miracoli<br />

e innalzano lodi <strong>per</strong> grazie ricevu<strong>te</strong>. Tuttora è visibile <strong>nel</strong>la cappella<br />

destra, attraverso un oblò, la fornace che al <strong>te</strong>mpo delle <strong>per</strong>secuzioni fu<br />

utilizzata <strong>per</strong> le torture, ove Agata subì il martirio.<br />

La chiesa della fornace, che i catanesi chiamano anche “Carcara”, dedicata<br />

anche a san Biagio, subito dopo la caduta dell’im<strong>per</strong>o romano era una<br />

semplice cappella. Nel 1098 fu leggermen<strong>te</strong> ampliata, ma non si po<strong>te</strong>rono<br />

su<strong>per</strong>are le attuali dimensioni, <strong>per</strong>ché lo impediva il bastione del carcere<br />

romano che la affianca. Fu rimodernata <strong>nel</strong> 1589 e miracolosamen<strong>te</strong><br />

preservata dall’eruzione del 1669. Da questo luogo, prezioso in quanto<br />

documento storico e di culto, il 3 febbraio di ogni anno si dipar<strong>te</strong> la solenne<br />

processione <strong>per</strong> l’offerta della cera alla santa patrona.<br />

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