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venera<strong>te</strong> <strong>per</strong> circa 5 secoli e dove è indicato il punto esatto, in fondo<br />
all’abside, in cui, secondo la tradizione, si consumò l’orrenda tortura, inflittale<br />
da Quinziano.<br />
Tale sarcofago era appar<strong>te</strong>nuto ad un sepolcro cristiano, <strong>per</strong>ché <strong>per</strong><br />
tutta la lunghezza e la larghezza risulta sormontato all’es<strong>te</strong>rno da una croce<br />
cristiana, scolpita a bossorilievo, recan<strong>te</strong> simboli cristiani. In un primo<br />
momento non vi fu custodito il corpo della martire <strong>per</strong>ché in <strong>per</strong>iodo di<br />
<strong>per</strong>secuzioni i sarcofagi che con<strong>te</strong>nevano spoglie di cristiani venivano<br />
confiscati. Secondo gli atti della visita del vicario generale Vincenzo Senese<br />
del 1586, la chiesa prima del <strong>te</strong>rremoto aveva forma basilicale a 3 nava<strong>te</strong> ed<br />
ornata con colonne provenienti dal <strong>te</strong>mpio di Cerere, distrutto da S. Leone<br />
vescovo di <strong>Catania</strong>, detto il taumaturgo, il quale <strong>nel</strong> 776 ricostruì in più ampia<br />
forma il <strong>te</strong>mpio, che prima era solo una modesta cappella. Fu il primo<br />
Vescovo catanese Sant’Everio a far erigere, <strong>nel</strong> 313 d. C., fra le rovine dell’ex<br />
palazzo del Proconsole romano, in onore della martire Agata, prima una<br />
cripta con edicola, togliendo dal primitivo luogo di sepoltura il Corpo di<br />
Sant’Agata, poi consacrato col nome di Chiesa di Sant’Agata la Ve<strong>te</strong>re,<br />
consacrata <strong>nel</strong> 262 d. C., quando l’im<strong>per</strong>atore Costantino <strong>per</strong>mise ai cristiani<br />
l’esercizio pubblico del sacro culto.<br />
Secondo gli atti della visita del vicario generale Vincenzo Senese del<br />
1586, la chiesa prima del <strong>te</strong>rremoto aveva forma basilicale a 3 nava<strong>te</strong> ed<br />
ornata con colonne provenienti dal <strong>te</strong>mpio di Cerere, distrutto da S. Leone<br />
vescovo di <strong>Catania</strong>, detto il taumaturgo, il quale <strong>nel</strong> 776 ricostruì in più ampia<br />
forma il <strong>te</strong>mpio, che prima era solo una modesta cappella. Fu il primo<br />
Vescovo catanese Sant’Everio a far erigere, <strong>nel</strong> 313 d. C., fra le rovine dell’ex<br />
palazzo del Proconsole romano, in onore della martire Agata, prima una<br />
cripta con edicola, togliendo dal primitivo luogo di sepoltura il Corpo di<br />
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