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s.agata nel cuore - Catania per te

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delegato del vescovo, in processione con le reliquie di Agata, non avesse<br />

supplicato il popolo a rimanere e a ricostruire la città.<br />

Nel 1886 una bocca eruttiva si era a<strong>per</strong>ta a Nicolosi, un centro abitato alle<br />

pendici dell’Etna. Il beato cardinale Dusmet, il 24 maggio, portò in<br />

processione il velo di Sant’Agata e, benché la processione si fosse fermata in<br />

un tratto in discesa, il magma lavico si arrestò immediatamen<strong>te</strong>. In memoria<br />

dello straordinario miracolo, in quel punto sorge un piccolo altare.<br />

In più occasioni Sant’Agata pose benigna la sua mano sulla città anche a<br />

pro<strong>te</strong>zione dalle epidemie.<br />

Nel 1576, quando la pes<strong>te</strong> cominciò a diffondersi poco lontano da <strong>Catania</strong>,<br />

il senato pensò di ricorrere all’in<strong>te</strong>rcessione della patrona. Le reliquie furono<br />

porta<strong>te</strong> in processione lungo le vie della città e, una volta giun<strong>te</strong> accanto agli<br />

ospedali dove erano ricoverati gli appestati, essi guarirono e nessuno fu più<br />

contagiato. I catanesi ot<strong>te</strong>nnero un altro segno di pro<strong>te</strong>zione, quando una<br />

seconda ondata di pes<strong>te</strong> stava <strong>per</strong> diffondersi da Messina anche a <strong>Catania</strong>.<br />

Il miracolo ci fu anche stavolta: le reliquie furono porta<strong>te</strong> in processione e<br />

la pes<strong>te</strong> cessò. In ricordo di questo prodigio fu eretta, <strong>nel</strong>la zona del porto,<br />

una colonna sormontata da una effigie di Sant’Agata che schiaccia la <strong>te</strong>sta di<br />

un mostro, simbolo della pes<strong>te</strong>.<br />

QUELLA VETUSTA, AUSTERA FABBRICA<br />

Erano gli anni 60 quando andai a trovare Tomaselli, compagno di<br />

scuola, in quella minuscola abitazione al primo piano del seminario<br />

arcivescovile, ove adesso è ubicato il museo diocesano. Vi si accedeva<br />

attraverso una monumentale scala in marmo. Il motivo <strong>per</strong> cui gli fosse<br />

consentito abitare in un con<strong>te</strong>sto così particolare, deriva dal fatto che il padre<br />

Ugo, all’epoca era <strong>te</strong>soriere della Cat<strong>te</strong>drale, duran<strong>te</strong> la festa stava sul fercolo.<br />

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