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Secondo il poemetto di don Pietro Carrera era chiamato “La Grimpa”,<br />
dall’antico nome del velo, così chiamato dai greci, <strong>per</strong>chè significava il<br />
mostrarsi sempre piegato.<br />
Altri reliquiari, infine, si trovano a Gallipoli presso la Chiesa di Sant’Agata<br />
(pro<strong>te</strong>ttrice anche della città pugliese), del sangue (<strong>te</strong>ca d’argento, scuola<br />
napoletana del XIX sec., dono del Vescovo Gervasio), della Mammella (<strong>te</strong>ca<br />
in argento e cristallo di rocca) e di un frammento del braccio (scuola<br />
napoletana, dono del Vescovo M. Giove del 1845), unitamen<strong>te</strong> ad una<br />
scultura della Martire catanese in argento massiccio, mentre una reliquia si<br />
trova presso la Corporazione degli orefici a Napoli <strong>nel</strong> sec. XVII.<br />
IL CARRO TRIONFALE<br />
Prima del 1376, poiché non esis<strong>te</strong>va un simulacro di Sant’Agata, le<br />
reliquie si veneravano in chiesa con sporadiche fes<strong>te</strong>, poi venivano adagia<strong>te</strong> su<br />
una vara in legno dorato (forma cambiata ogni 5 anni) e trasporta<strong>te</strong> a spalla<br />
dagli ignudi che in processione andavano a petto nudo e scalzi.<br />
Dopo la bara in legno i catanesi costruirono l’arca o “Carro Trionfale”<br />
in legno ed in stile barocco che, <strong>per</strong> ben 12 anni rappresentò l’espressione<br />
massima della festa del patrocinio d’agosto, la cui ultima uscita si fa risalire al<br />
17 agosto 1872.<br />
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