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s.agata nel cuore - Catania per te

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Dopo il 1693 il cerimoniale dettato da don Alvaro Pa<strong>te</strong>rnò <strong>nel</strong> 1514, fu<br />

sostituito dall’uso di man<strong>te</strong>lli con lunghi cappucci che man<strong>te</strong>nevano il volto<br />

velato, usanza abbandonata dopo il 1868, poiché questo travestimento creava<br />

dei problemi, in quanto sconosciuti e delinquenti si abbandonavano ad abusi<br />

ed atti di offesa a Dio, vi fu il caso di una “ntuppa<strong>te</strong>dda” fischiata e costretta<br />

a ritirarsi.<br />

Il manto divenne moda italiana fino al 1840 <strong>per</strong> le donne di qualsiasi<br />

ceto, ecco <strong>per</strong>ché anche fuori <strong>Catania</strong> si vedevano circolare le “ntuppa<strong>te</strong>ddi”.<br />

Nel 1876 il Verga scriverà senza rimpianto di una usanza che finiva, ciò<br />

dovuto via via alla <strong>per</strong>dita del garbo, della compos<strong>te</strong>zza e della misura.<br />

Autori catanesi spiegarono che i ragazzi siciliani chiamavano “fera”, cioè<br />

mercato libero di oggetti con bontà di prezzi, i regali delle grandi festività<br />

della festa del Santo Patrono. Dopo il 1693 vi fu un <strong>per</strong>iodo grigio anche <strong>per</strong><br />

le fiere di Sant’Agata, ma <strong>nel</strong>la successiva ripresa, drappi di seta, argen<strong>te</strong>rie,<br />

fini mercerie e droghe, solleticavano il desiderio di cittadini e forestieri.<br />

Verso la metà del seicento, duran<strong>te</strong> la festa di Sant’Agata, le donne, a<br />

cominciare dalle “ntuppa<strong>te</strong>ddi”, esigevano dei doni da parenti ed amici<br />

adocchiati tra la folla, senza che questi po<strong>te</strong>ssero esimersi, se volevano essere<br />

considerati <strong>per</strong>fetti cavalieri. Ciò dava origine, come scrisse il De Roberto, a<br />

diver<strong>te</strong>nti scene, ove esse non rispondevano alle domande dei cavalieri, <strong>per</strong><br />

cui, non rimaneva altro da fare che prenderle sotto braccio, lasciarsi guidare<br />

ad una bot<strong>te</strong>ga di dolciumi e “far la fiera” alle sconosciu<strong>te</strong> dame.<br />

Il Verga aggiunse che a vol<strong>te</strong> le “ntuppa<strong>te</strong>ddi” non si con<strong>te</strong>ntavano di<br />

soli dolci, ma conducevano il cavaliere in gioielleria, ove sceglievano l’oggetto<br />

di loro gradimento, ma in questi ultimi particolari casi si trattava di familiari.<br />

Il quartiere Borgo in passato veniva considerato una frazione autonoma, <strong>per</strong><br />

cui, i suoi abitanti, tanto devoti quando quelli del centro storico, decisero di<br />

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