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s.agata nel cuore - Catania per te

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proprio dalla <strong>te</strong>rrazza dell’edificio prefabbricato UPIM, realizzato <strong>per</strong><br />

sop<strong>per</strong>ire provvisoriamen<strong>te</strong> alla indisponibilità del vecchio negozio, distrutto<br />

da un incendio. Il lancio di quei palloni, tuttavia, negli anni non è stato mai<br />

più ripreso, ciò probabilmen<strong>te</strong> dovuto alla eventualità di questi oggetti di<br />

po<strong>te</strong>r provocare incendi, una volta caduti accidentalmen<strong>te</strong> sui <strong>te</strong>tti delle case.<br />

I COMPONIMENTI MUSICALI<br />

Nel XVII secolo, in occasione delle innumerevoli calamità naturali, le<br />

negatività si esorcizzavano con riti liturgici e cerimonie religiose con<br />

par<strong>te</strong>cipazione in massa (100 chiese, 1cat<strong>te</strong>drale, 14 monas<strong>te</strong>ri, 20 eremitori)<br />

con una popolazione di 12000 <strong>per</strong>sone, in cui spiccava la festa di Sant’Agata.<br />

In città, duran<strong>te</strong> i 15 giorni di festa giravano suonatori che estasiavano<br />

la gen<strong>te</strong> con trombe, pifferi, buttafuochi, flauti, chitarre, liuti, lire, arponi,<br />

chitarroni, ciaramelle, al seguito delle candelore, provenienti dai centri<br />

siciliani. Nel 1628 e fino a buona par<strong>te</strong> del ‘700, don Alvaro Pa<strong>te</strong>rnò Cas<strong>te</strong>llo<br />

inserì <strong>nel</strong> programma della festa una manifestazione popolare, in cui donzelle<br />

d’ogni estrazione, travesti<strong>te</strong> da ninfe, sibille, angeli, san<strong>te</strong> vergini e martiri,<br />

precedevano in coppie la Santa sin dall’ingresso dalla Porta di Ferro, con canti<br />

di lode (chiamando <strong>per</strong>sino es<strong>per</strong>ti musici forestieri), anticipando l’istituzione<br />

del 1830 dei cantanti, tuttora in auge.<br />

Verso la metà del ‘500 i maestri fiamminghi furono invitati in città, al fine<br />

di trasformare il canto “monofonico” in “polifonico”, cioè più elaborato e la<br />

cappella del Duomo aveva l’esclusiva della musica sacra, mentre le bande dal<br />

carat<strong>te</strong>re popolare giravano <strong>per</strong> la città, onde deliziare la gen<strong>te</strong> lungo le vie e<br />

<strong>per</strong> la strada lanaria, in onore di Francesco Lanario, duca di Carpignano, che<br />

l’aveva fatta costruire, al fine del godimento della brezza marina.<br />

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