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La Fenice (simbolo emblematico della rinascita di <strong>Catania</strong> dalle proprie<br />
ceneri) ad ornamento di uno dei fiordalisi centrali (simbolo della resurrezione<br />
di Cristo) della preziosa corona posta sul capo della Patrona, è o<strong>per</strong>a di un<br />
orafo spagnolo o siciliano del XVI secolo, in oro, smalti e <strong>per</strong>le, risulta<br />
accuratamen<strong>te</strong> lavorata e ricavata da una <strong>per</strong>la “scaramazza”, cioè enorme,<br />
im<strong>per</strong>fetta, dai contorni bizzarri.<br />
Per prelevare Sant’Agata dal suo sacello, il 4 mattino di ogni anno, entra<br />
il capo vara con i suoi <strong>te</strong>cnici, il <strong>te</strong>soriere della Cat<strong>te</strong>drale, cioè il parroco della<br />
chiesa, il sindaco ed il cerimoniere della festa, comm. Luigi Maina.<br />
Essi hanno le chiavi della porticina della cameretta: aprono la prima<br />
porta, poi la seconda ed entrano <strong>nel</strong> segreto sacello, mentre il popolo rimane<br />
all’es<strong>te</strong>rno ad aspettare. Li dentro aprono la nicchia dove è custodito lo<br />
scrigno reliquiario ed il mezzo busto reliquiario della Santa, poi aprono una<br />
porta d’argento e tirano una <strong>te</strong>ndina in stoffa ed ecco, ai loro occhi, apparire<br />
improvvisamen<strong>te</strong> il candido volto di Sant’Agata.<br />
Il simulacro di Sant’Agata (che si trova <strong>nel</strong>la par<strong>te</strong> su<strong>per</strong>iore ed in basso<br />
lo scrigno) viene prelevato, gli vengono monta<strong>te</strong> le ali dei 2 angeli posti<br />
accanto alla Martire e lentamen<strong>te</strong> viene sceso su un piccolo elevatore,<br />
successivamen<strong>te</strong> vien fatto scorrere su binari in legno e Sant’Agata esce così<br />
dalla cameretta, accolta da tutti i suoi devoti che la aspettavano all’es<strong>te</strong>rno.<br />
Infine viene fatto scorrere sulla “varetta” a spalla, legato <strong>per</strong> non farlo<br />
cadere, tra il grande panico <strong>per</strong> con<strong>te</strong>ndersi un posticino sotto la “varetta” <strong>per</strong><br />
avere il privilegio di portare a spalla la Santa Patrona, che viene traslata<br />
lentamen<strong>te</strong> (<strong>per</strong> la grande calca) sull’altare maggiore.<br />
Subito dopo viene fatto scorrere sui binari anche lo scrigno argen<strong>te</strong>o<br />
che esce dalla cameretta e trasferito sulla sua “varetta” a spalla.<br />
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