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Logica Matematica Corso di Laurea in Informatica ... - Mbox.dmi.unict.it

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68 CAPITOLO 2. LOGICA PROPOSIZIONALE<br />

Nella tra<strong>di</strong>zione logica, il con<strong>di</strong>zionale era anche chiamato “implicazione<br />

materiale”, per <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere la relazione <strong>di</strong> conseguenza da altre forme <strong>di</strong><br />

implicazione, o da altri sensi del costrutto “se . . . allora”.<br />

In effetti, il significato <strong>di</strong> “se . . . allora” è polimorfo:<br />

• significato logico (o <strong>in</strong>ferenziale):<br />

Se tutti gli uom<strong>in</strong>i sono mortali e Socrate è un uomo, allora Socrate è<br />

mortale.<br />

• significato def<strong>in</strong><strong>it</strong>orio:<br />

Se è scapolo, allora non è sposato.<br />

• significato causale:<br />

Se si immerge una cart<strong>in</strong>a <strong>di</strong> tornasole e <strong>di</strong>venta rossa, allora il liquido<br />

è un acido.<br />

• significato materiale:<br />

Se la Terra vola, allora la Terra è piatta.<br />

È <strong>di</strong>fficile trovare qualcosa <strong>di</strong> pos<strong>it</strong>ivo <strong>in</strong> comune tra queste <strong>di</strong>verse accezioni<br />

del “se . . . allora”. In particolare il caso che ha sollevato maggiori<br />

<strong>di</strong>scussioni è l’ultimo, come considerare il con<strong>di</strong>zionale se antecedente e<br />

conseguente sono entrambe false.<br />

Una cosa <strong>in</strong> comune ce l’hanno, ed è che <strong>in</strong> tutte le accezioni l’unico modo<br />

per <strong>di</strong>chiarare il con<strong>di</strong>zionale falso è quello <strong>di</strong> riscontrare antecedente vera e<br />

conseguente falsa, anche per il significato materiale: “se la Terra è rotonda,<br />

allora il Sole è freddo” si considera falso.<br />

Allora il significato parziale comune si può esprimere riempiendo la tavola<br />

<strong>di</strong> ver<strong>it</strong>à con i valori che sono <strong>di</strong> fatto quelli <strong>di</strong> ¬(A ∧ ¬B):<br />

Un con<strong>di</strong>zionale è corretto [secondo Crisippo] se la negazione della<br />

sua conclusione è <strong>in</strong>compatibile con la sua premessa (Sesto<br />

Empirico, Schizzi pirroniani, II, 110-2).<br />

Si ottiene così quella che gli antichi chiamavano implicazione materiale:<br />

Secondo lui [Filone <strong>di</strong> Megara] ci sono tre mo<strong>di</strong> <strong>in</strong> cui un con<strong>di</strong>zionale<br />

può essere vero, e uno <strong>in</strong> cui può essere falso. Perché un<br />

con<strong>di</strong>zionale è vero quando <strong>in</strong>izia con una ver<strong>it</strong>à e term<strong>in</strong>a con<br />

una ver<strong>it</strong>à, come “se è giorno, è chiaro”. Ed è vero anche quando<br />

<strong>in</strong>izia con una fals<strong>it</strong>à e term<strong>in</strong>a con una fals<strong>it</strong>à, come “se la terra<br />

vola, la terra ha ali”. Analogamente, è vero un con<strong>di</strong>zionale che

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