Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

Da Anselmo, il locomotore color pompelmo, 2010
Gianni
Caccia
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– Ma no, è stato divertente – diceva l’altro macchinista. – E poi, in fondo, non abbiamo perso nemmeno un minuto. Non è bello rilassarsi
e ritrovare poi tutto il tempo intatto, come se non fosse passato? Questo locomotore ci ha fatto un bel regalo. È davvero speciale!
Senza altre soste il treno arrivò puntualissimo alla città di Carabattole, dove i viaggiatori diffusero presto la notizia della fermata fuori dal
tempo, ma per lo più non furono creduti, come di solito non si crede a un qualcosa di prodigioso e bello assieme. Il macchinista che aveva
apprezzato il regalo di Anselmo non scese assieme al collega, ma rimase a scrutare i comandi come per scoprirvi un che di nascosto. Ad un
tratto il locomotore lanciò un fischio simile a quello con cui aveva richiamato all’ordine dalla vacanza, quindi emise una vera voce d’uomo.
– Ciao. Sono contento che la sosta sul prato ti sia piaciuta.
– L’avevo capito, che non sei un locomotore come gli altri, ma non credevo tanto…
– Io posso veramente molte cose, più di quanto tu creda. Perché possiedo lo spirito di bambino.
– Lo spirito che cosa?
– Imparerai. Chi mi ha costruito ha messo in me qualcosa di speciale, non solo di meccanico: lo spirito di bambino. Grazie ad esso mi
adatto al treno che devo guidare e al viaggio che devo compiere, ma so anche parlare e ascoltare come voi uomini, capire e fare cose
speciali come quella di oggi. Ho regalato un po’ di tempo a chi di tempo non sa più averne, e guarda sempre l’orologio come una
maledizione. Io invece voglio reinsegnarvi a guardare un cielo azzurro di primavera senza nubi, l’erba verde trapunta di fiorellini, i campi
dove rigermina la vita, e a divertirvi ogni tanto senza pensare che a divertirvi. Lo spirito di bambino è anche questo, e a te, che hai mostrato
di apprezzare e capire, posso dirlo. Ma ricorda, non a tutti è concesso di conoscere il segreto del locomotore Anselmo. Solo a chi, come te,
possiede un pizzico di quello spirito che è mio.
– Non dubitare, Anselmo, terrò il segreto. E spero di avere altri fuori programma assieme a te.
Il macchinista scese la scaletta del locomotore e si avviò per il marciapiede mani in tasca, soddisfatto: era sicuro di essere stato messo a
parte di un grande segreto, e segretamente sperava di guidare tante altre volte quel meraviglioso locomotore color pompelmo.