Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
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Poesia – Umanità<br />
Vivere è un dovere che si deve scontare. Il significato dell’esistenza è implicito alla lotta.<br />
Spero di non essere, per questa ragione di vivere, il solo. Sono disposto a capire chi si lascia morire, ma non transigo sulle ragioni dell’esistere<br />
ad ogni costo. Tanti motivi d’esistenza nel mondo li ritrovo nella vita stessa e nell’amore smodato per la mia. Attraverso gesti e parole, spesso<br />
forti e tragici, mi addentro quotidianamente in una sorta di disputa che mi esalta; in una disputa persino impari, ma con l’intenzione di rendere<br />
plausibile e protagonista il mio pensiero divergente e debole su e di. Comunque con l’orgoglio di chi ricerca una ragione linguisticamente<br />
“incarnata”.<br />
Molto spesso al tempo d’oggi, tragico e malvagio, creatività è una parola orrendamente usata in una società massificata e schiavizzante come la<br />
nostra, in cui anche gli intellettuali “fanno del loro meglio” perché sia culturalmente invivibile ed inaccettabile. “Essere creativo” è divenuto<br />
addirittura un mestiere. Ma in sé la creatività resta la capacità individuale di cogliere nessi e rapporti tra le cose e le idee in modo sempre<br />
nuovo. Poesia, quindi, è inventare scardinando i sistemi di pensiero tradizionali. È la conquistata libertà di pochi che diviene garanzia della<br />
libertà di molti.<br />
Qui si fonda la quotidiana domanda come istanza a me stesso: se, cioè, il linguaggio davvero costituisca il medium tra le incarnazioni storicoculturali<br />
dello spirito dell’uomo ed i grandi fenomeni che attengono alla coscienza.<br />
È ancora possibile, ma è assolutamente credibile che un’idea che è diventata socialmente condivisa, sia già divenuta tradizionale; ogni idea o<br />
idealità deve avere dentro di sé gli strumenti per rinnovarsi; quindi deve mettere alla frusta i soggetti. L’uomo deve avere sempre qualcosa da<br />
inventare.<br />
Lei si definisce un intellettuale?<br />
Io mi definisco una persona che avrebbe tanto voluto non essere un intellettuale, inteso in senso spregiativo. Intellettuale è qualsiasi persona<br />
che usa l’intelligenza per agire. In questo, l’intellettuale inteso semplicemente come scrittore mi sembra una deformazione e anche una forte<br />
riduzione, perché così inteso non sarà mai gli altri, ma solo se stesso.<br />
(1) In Dichiarazioni silenzio e giorni (5) In Dichiarazioni silenzio e giorni<br />
(2) Ibid (6) Nell’introduzione al volume L’utopia reale<br />
(3) In L’ultima rosa dell’inverno (7) In Alle radici dei gesti e altre cose<br />
(4) In Alle radici dei gesti e altre cose (8) In La bella scienza<br />
<strong>Leonardo</strong><br />
<strong>Mancino</strong><br />
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