Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Su Pellegrinaggio con eco<br />
PER PELLEGRINAGGIO CON ECO (ACROSTICO) / Pellegrinaggio, Liliana con Eco Eco Eco Eco Eco - / Eccoci qua: questo Pellegrinaggio per luoghi di<br />
pietra / e verde – per / Latébe e per luci - per cervelli da boccascena – questo / Lanzichenecco sacral pellegrin - aggio di parole e parole / Eh sì,<br />
Liliana / cara, ora m'appare un'arca (d) ica eco di / Galassia/Città (il monolito? Boboli? piazza delle Pallottole?) - / Rude/molle galassia la Città<br />
che / (diciamo) "forse è nostra“ / Invece è tutta loro - tutto l'oro del mondo è una città - / No: solamente Fiorenza - solo Florence che tu /<br />
Allùmini di / tuo giostrando in giostre caleidoscopi - / Giostre sì macroscopiche di vita/morte (Vita e Morte) / Generosa tu - per questi lastrici di<br />
/ Storia/storie / (Io calcante ben più magre evenienze – convinzioni / O calzante - chi sa - un alterno corale monologo ...) / "Certi della perdita<br />
della foce", scrivi. "Dopo l'angolo ho casa“ / O "qua la parola cambierà la storia": nulle certezze - / Nulla nulla euforia "la vita che si sfoglia": /<br />
soloECO d'un Eco d'un / Eco d'un Eco d'una parvenza che si (s) fa - / Calda ossuta pietà - estraniamento - poderosa in-essenza / O<br />
rappresentazione d'una splendida Assenza (che si nòma Fiorenza)<br />
Mariella Bettarini<br />
* * *<br />
Di Pellegrinaggio con eco vorrei svelare almeno due significati, ovvero il suo senso di mappa, il riferimento su carta per compiere<br />
attraversamenti e sopralluoghi, e le sue congiunture musicali che sono come folate di vento, ondate di uscite e di ritorni, di echi appunto densi<br />
di musica.<br />
Mappa perché il pellegrinaggio può non averne una predefinita ma ne costruisce una strada facendo, man mano che si avvicina alla meta<br />
prefissa. Chi viaggia conserva almeno negli occhi dei luoghi e, nei ricordi, degli incontri. Questa raccolta di versi è come un diario di viaggio e il<br />
viaggio è la vita stessa dell'autrice e tutto ciò che l'ha preceduta. C'è l'eco in questo libro di una storia collettiva, del sentimento corale di tutti<br />
quegli individui che hanno abitato prima di oggi le strade di Firenze e che, pure se estinti, sopravvivono nel sapere che qualcuno di vivo e<br />
pulsante ha preceduto il nostro venire al mondo e respirare.<br />
L'architettura muraria che offre la città ci dona tracce del passato in una miriade di segni, di targhe di nomi di lapidi e tabernacoli, o di aneddoti<br />
che ancora rimbalzano nelle botteghe artigiane dei quartieri più antichi. C'è l'Arco di San Piero con i suoi tumulti e le uccisioni nella “fragranza<br />
del tempo accavallato”. E poi ci sono le torri le basiliche e i teatri e ogni luogo ha i suoi elementi e i suoi perché: l'incanto della cattedrale di<br />
Piazza Duomo per la “tela leggera” del suo marmo (“La mole che mi schiaccia è la purezza / del lieve”); il teatro de “La Pergola” un tempo<br />
circondato di orti e d'uva asprigna che “in succhi di nettare celiava / il proprio nome”. Ci sono i luoghi del fuori e i luoghi interni, quando si varca<br />
una soglia reale come in Badia Fiorentina (“Aprii in Badia la porta / e stetti lì di botto”) o quand'anche è discesa intima. Molte le chiese visitate<br />
e poi trasposte in versi ma l'autrice dichiara di non professare alcun credo religioso. L'eco della preghiera come canto la travolge spesso,<br />
pellegrina, e l'avvolge in riflessioni scaltre o fiduciose sul senso dell'esistere. Da Preghiera, la quartina finale: “Libertà LIBERTA' / così vorremmo<br />
sicurezze /forti di inondazioni / certi della caduta nella foce”.<br />
Simona Maionchi, “Il Ponte“, 2, 2001<br />
Liliana<br />
Ugolini<br />
176