Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
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OPERA PRIMA<br />
Le rondini<br />
Di Manet<br />
di Anna Elisa<br />
De Gregorio<br />
41<br />
Da LE STANZE DEI VENTAGLI<br />
UN TEMPO STRAORDINARIO<br />
In cucina, da sfondo la credenza azzurra<br />
condominio di chicchere e piattini,<br />
uno sportello aperto e poi richiuso<br />
con lo scatto, sentore di caffè subito zittito.<br />
È la padrona di casa che sparecchia, severa.<br />
Ma un moto inatteso disordina le quinte:<br />
scomparsi grembiule e macinino,<br />
la severa si volta, da crisalide a farfalla,<br />
si accompagna sottovoce in una tarantella<br />
con abito nero, la balza in fondo che vola<br />
e piccolo ventaglio tre onde di capelli<br />
bianchi per diadema. In primo piano<br />
la credenza che guarda stupefatta<br />
in ballo due pantofole di panno.<br />
LA DISTRAZIONE DELLA BELLEZZA<br />
Culla di mare<br />
dondola il cesto africano,<br />
catenelle di paglia<br />
sui capelli. Copre la grazia<br />
dei polsi una tovaglia<br />
che nessuno compra.<br />
Solitario, più fantastico<br />
per il controsole<br />
il corpo clandestino,<br />
passi ridotti da un telo.<br />
Sollevano ai bordi del mare<br />
ventagli di rena le infradito:<br />
scontornati pensieri<br />
di una sabbia più fine,<br />
di un deserto splendente<br />
mentre racconta dei figli<br />
lontani, miracolosi sorrisi.<br />
Solo il mare è al suo posto.