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Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

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Un verso è una vasca e altri appunti sulla poesia<br />

Franca<br />

Mancinelli<br />

145<br />

non ho portato a termine o concluso. Poi ho impugnato la penna ed ho iniziato ad aprire lunghi tagli sulle<br />

braccia. Ho squarciato il ventre e l’ho visto sorridere. Più era profondo e esatto il colpo, più stillava gioia.<br />

*<br />

È come quando si giocava da soli con il pallone contro la parete. È dal modo in cui torna il pallone che ti<br />

accorgi se hai tirato bene. Solo che il tempo del rimbalzo è allungato a dismisura; e poi non sai più se fidarti di<br />

te stesso, vorresti che a ricevere il pallone fosse un altro. I momenti più difficili poi sono quando tiri e non<br />

riesci a prendere, quando scrivi e non riesci ad ascoltarti: il gioco diventa sordo, i rimbalzi senza ritmo, fino a<br />

che arriva il momento di smettere tutto e di sedersi. Nel gioco c’è un meccanismo congenito che segna il<br />

limite tra la vita e l’autodistruzione.<br />

*<br />

I versi sono i voli di un insetto imprigionato. Non si sa che cosa abbia portato l’insetto attraverso la fessura (un<br />

istinto innaturale forse, una bussola infranta). Una volta nella casa, si accorge presto che non è il suo luogo.<br />

Un verso nasce quando l’insetto cerca la via d’uscita dirigendosi dove vede più luce. La fine di un verso è lo<br />

sbattere dell’insetto contro la parete invisibile del vetro. Voli e versi si ripetono, ad una cadenza che si fa più<br />

ossessiva con l’aumentare della consapevolezza che la vita continua fuori, da dove si è venuti. Voli e versi sono<br />

fallimenti.<br />

La maggior parte degli insetti si consuma dentro la casa: si afflosciano alla fine arresi, si posano inebetiti<br />

dall’urto continuato.<br />

*<br />

Il lavoro del cameriere è fatto di sguardo, distanza, immaginazione. Il suo compito è fare in modo che nessuno<br />

chieda di lui. Invisibile compagno, mastica nel pensiero quello che i clienti hanno in bocca. È come se fosse<br />

seduto accanto ad ognuno e invece è sempre in piedi, alle loro spalle, in qualche luogo imprecisato.<br />

In genere ogni cameriere ha un suo ruolo e un suo settore della sala: alcuni prendono soltanto le ordinazioni,<br />

altri si occupano dall’inizio alla fine di qualche tavolo, i primi arrivati portano l’acqua e il pane. Ma<br />

sostanzialmente si lavora tutti assieme, soprattutto quando c’è più afflusso, o quando c’è del personale nuovo,<br />

e gli equilibri e i confini non sono ancora del tutto marcati. Allora li vedi aiutarsi con uno sguardo, scambiarsi

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