Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
SOLO INEDITI<br />
Da<br />
Soqquadri<br />
del pane<br />
Vieto<br />
di<br />
Marina Pizzi<br />
195<br />
oggi il canestro è il desiderio più lungo.<br />
7.<br />
nessun domani ignori se stesso<br />
è il passato il dubbio. la quarantena<br />
vizza del rondinino storpio<br />
dentro il nido piissimo delle cimase<br />
chissà qualora uno stridio benefattore.<br />
8.<br />
non farò caso alla malia del timbro vuoto<br />
la possibilità di essere chiunque<br />
lo stallo di un ergastolo<br />
la baraonda di un amante<br />
oggi mi basta il fischio della fionda<br />
la dura prova di chiudere a chiave<br />
le inferriate delle lanterne vizze.<br />
in coda all’alamaro della rotta<br />
perdo la spugna per asciugare il sangue<br />
acquisto le nomee di golfi senza attracco.<br />
9.<br />
la luna vuota sotto il sudario d’inganno<br />
quasi a trasalire per una stoppia in cortile<br />
dove si evince morte ben sicura<br />
e tagli all’avaria del disamore.<br />
questo si ritaglia dalla gaiezza del mare olimpico<br />
quando si staglia la penombra della giovinezza<br />
nell’equoreo barcone di guardarti<br />
tenue balbettio del tic di non averti.<br />
salutò la rima in riva al mare<br />
senza amorazzi di lutto per sopravvivere<br />
al cielo troppo alto da toccare.<br />
in calamità di genesi e verdetto<br />
offro la mira di guardare oltre<br />
almeno oltre la feritoia della rondine.<br />
appena assaggerò il sale ammesso<br />
sarà fatale dimorare il cerchio<br />
verso la falla della palla sgonfia.<br />
il simbolo del cerchio è la bravura<br />
della clausura libera la perfezione d’aria<br />
nonostante il ritorno del medesimo.<br />
alla marea di scarto voglio sottendere<br />
genialità la nuca del bambino<br />
che se ne va in apice di nido.<br />
10.<br />
ho visto un bell’albore quando da piccolo<br />
s’insinuava l’arringa della vita<br />
una vacanza con gli alamari aperti<br />
verso la gioia la corsa anti muraglia.<br />
in trono la lucertola immobile<br />
verso lo scavo di trovar pepite<br />
nel limitar di un’agenda vergine.<br />
oggi nella ciotola che m’imbeve amore<br />
racconto quale fu la mia mattanza<br />
la polvere del rantolo e l’eclisse.<br />
scampato sono stato un bambino d’epoca<br />
con la ciotola del riso e la mitraglia<br />
tra eremi di fanghi e ghiri di ricchi.<br />
calamite di mosche soqquadrano il mio corpo<br />
ora che avvengo da bambino offeso