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Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

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Da Mala Kruna, 2007<br />

Franca<br />

Mancinelli<br />

132<br />

scandite al buio le parole sono un cerchio<br />

fino all’argento, al filo che taglia<br />

vieni negli anni muti, mani premute<br />

sulle labbra, il corpo perso.<br />

Sempre una favola da raccontare<br />

il mare quieto batte nelle tempie<br />

e m’addormenta.<br />

nella notte un estuario le tue braccia<br />

sono rami di quercia<br />

setaccio senza fondo<br />

sasso chiaro che precipita<br />

un granulo di terra che si scioglie<br />

sono sempre stata qui<br />

all’inizio della vita<br />

guardando queste cose<br />

muoversi nei tuoi occhi.<br />

con la marea che scopre le coperte<br />

spuntano dalla pelle gli aghi:<br />

partire per tempo<br />

accompagnarsi in gita.<br />

E chi m’avrebbe mai piegato un lembo<br />

della giacca e trattenuto, chiedi,<br />

sul guanciale dell’Ardizio segui<br />

pescatori di vongole chinarsi<br />

a rimboccare il sole.<br />

Da III – NEL TRENO DEL MIO SANGUE<br />

precipitando il mondo<br />

la notte camminavo tra le zolle<br />

su una collina che non puoi sapere<br />

se lenta cresce fino alla montagna<br />

o se t’inghiotte dentro la sua buca<br />

ora solleva una luce la terra<br />

o è il vortice appena il piede tocca<br />

il rullo di granelli dentro il buio.

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