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Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

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Da La stadera, 2005<br />

Gianni<br />

Caccia<br />

78<br />

x<br />

tornare più indietro, il faccino rotondo da pittore che la figlia maggiore schiacciava contro il petto per nascondermelo, instupidite che<br />

neanche urlavano, come potevo vedere e udire prima che finissi, prima che mi fermassi dritto in mezzo a tanto sangue, la testa non<br />

tentennava più, ora rombava, sempre più pesante fino a esplodere, e sono fuggito perché non lo resistevo, mi sono gettato per le scale<br />

senza vedere più niente, fuori nel buio dove tutto rombava ancora, mi ero illuso di lasciare tutto là ma era dentro, ormai parte di me.<br />

Forse è stato tutto un sogno, un’immaginazione di quello che non sono buono a fare, credo di aver fatto e invece sono scappato appena<br />

mi ha aperto la porta, magari la pistola gliel’ho gettata in faccia e sono corso via, via da Vlady, da Milo, dalle riunioni in cui ci gloriavamo di<br />

voler ristabilire l’ordine; e allora cos’è questo rosso sulla giacca, queste macchie più scure che sono rosso anche nel buio, ma devo essere<br />

caduto mentre rotolavo giù per le scale, lontano da ciò che stavo per fare e non sono stato buono, sono caduto e mi sono ferito, ho sfiorato<br />

qualche angolo di muro nella furia di scappare. Le macchie sono sulla giacca e sono rosse, per quanto sia buio vedo il loro rosso, non ho<br />

ferite sulle mani e sulla faccia; perché il buio rivela, mi rivela che ho fatto, nel buio spiccano i colori e non è più solo il rosso, l’esecuzione<br />

sono due occhi azzurri in un faccino tondo ornato di boccoli d’oro, e quegli occhi forano il buio, mi schiacciano contro il muro, a terra, mi<br />

accuccio, mi inginocchio a loro, sono carponi e finalmente arriva, finalmente libero tutta la notte che ho dentro.<br />

GLI ORDINI SONO CAMBIATI<br />

Le scale erano troppo strette per dare il braccio alla sua signora; soltanto questo dispiaceva, a Mr. Faithful, dell’albergo a due passi dal<br />

centro, dalle cose più importanti da vedere. E proprio questo gli faceva sostenere che lei scendesse un paio di gradini avanti, nella scala che<br />

si curvava come a chiocciola prima di sboccare nella hall.<br />

Buttò appena uno sguardo sui residui fili di biondo nella capigliatura di lei, ormai vinti dal grigio, poi i suoi occhi volarono oltre, a<br />

quell’oltre indistinto e sicuro di americano in vacanza. Non sarebbe stato il sopravvento della pioggia a fermare, o anche deviare il<br />

programma della giornata che aveva studiato in ogni punto, lui uso per gli affari a viaggiare con qualsiasi tempo da un capo all’altro del suo<br />

Paese, che era ben più di quella vacanzetta concessa alla moglie dopo l’insistere di tanti anni.<br />

Discesi nella hall George Faithful si riaffiancò alla sua signora e automaticamente le diede il braccio, quindi svoltarono a destra, nella sala<br />

da pranzo già apparata per la colazione. Un cameriere in divisa gialla e nera li salutò con turistica cordialità e poi che furono passati disse<br />

ridendo qualcosa a un collega che si lanciava di corsa per le scale. Mr. Faithful si voltò di scatto, ma il cameriere aveva ripreso la sua aria<br />

irreprensibile e salutava un’altra coppia di vacanzieri che terminata la colazione risaliva in camera.<br />

Mentre sedevano al loro tavolo Mr. Faithful considerò con disappunto la pioggia che batteva sulle ampie finestre della sala al<br />

pianterreno. Fuori la piazza era praticamente deserta: qualche passante filava via rintanato nell’ombrello, dal lato opposto stazionava una<br />

mezza dozzina d’uomini raccolti come a testuggine per ripararsi dal tempo. A un certo punto uno di loro emerse dal crocchio, e levò il<br />

braccio in direzione dell’albergo.<br />

Il Paese del sud guastato da un noioso accidente, pensava appena seccato Mr. Faithful versandosi il caffelatte e facendolo debordare un<br />

poco dalla tazza, mentre la sua signora imburrava meticolosamente due fette biscottate. Sembrava l’avesse combinato apposta per loro, il<br />

tempo si era girato male proprio al loro arrivo e da due giorni non faceva che piovere, con rade e ingannevoli schiarite. Nella sala da pranzo<br />

c’erano pochi altri tavoli occupati; in uno accanto al loro una coppia di giovani dialogava fitto senza quasi toccare della colazione.<br />

Con

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