Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

Inediti
Liliana
Ugolini
192
LISISTRATA
(Monologo)
Trilla nel cardellino e l’usignolo
l’ultimo canto mentre cova nell’uovo
il passeggiar domani
Nel mio nome Lisistrata (“colei che scioglie gli eserciti”)
un destino…
Voci,voci, nella città svuotata. Bisbigli e suoni
fra l’erbe leggere dove i corpi non sono.
Come un muro le trine, i nastri.
Dietro solo un profumo e un’attesa vibrata.
Imperanti gli ordini, al vento.
Le alcove sbarrate e i colpi d’ariete non scalfiscono i veli.
Noi, conduttrici del ciclo inseminato,
abbiamo voce nella negazione.
Un potere ripetibile
(profumo di tigli, un battere di mare,
fragilità d’un petalo)
e irresistibile. Resta immensa
la sospensione dal sesso, se vogliamo.
Il cambiamento parte dal muro di gomma dei manichini
e noi, a braccia protese,
possiamo lamentare un canto di vittoria.
Poi, conciliate, provare
la negazione dei figli come scudo svuotato dalle generazioni
ed essere artefici della forza inarrestabile d’un gene
mentre vi resta un clone..
Teneramente
cede la ripetizione di noi
ma quale forza immensa quel possibile!
E l’avremmo, nel caso
fossimo tutte insieme, contro ogni guerra!
Di quei chicchi
(pagine perdute in altro luogo)
un plasmato binario e di perché
una zavorra al collo
o uno scudo
dove vogliamo voce