Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

Da L’ultima rosa dell’inverno, 1993
I margini dei fiori
(come una variante della parola sfera)
Chino sul bordo che segna i margini
dei segreti fiori
nell’attesa dello spalancarsi nudo del corpo
la casa dei fiati
dimora di memoria
la bellezza si compone tentando il residuo
gruppo delle follie notturne
solo a tratti si riconosce
come la linea di un dialogo sommesso
una semplice chioma di labbra
svegliandosi nel socchiudere la prima parola
Parlare allora
conserto il gesto
contraddistingue il perché del languore di una rosa.
Testo
Si rompe negli accenti il paradigma
dell’orto sulla collina cinto del muro dei mattoni
nella dimensione
v’è la doppia rivelazione
consacrando l’equivoco delle distanze
si stabilisce in successioni improbabili
sempre meno di quanto sei
ti ritrovi all’attracco
per il minuscolo universo della mente
l’approccio riduce il fatto nel narrato
su tutto campeggia il rifiuto giusto solenne motivato
all’invocazione
risposta senza parole
terminando l’être con un accordo
insoluto nella mancata melodia.
Leonardo
Mancino
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