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Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

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Su Mala Kruna<br />

[...] Si muove per oscure volute, per lampi improvvisi e perentori, richiamando incunaboli surrealisti, la silloge Mala kruna della fanese Franca<br />

Mancinelli. La deflagrazione del sotterraneo fuoco lirico che ne alimenta il fiato scardina la sintassi logica, rompe la tenuta prosodica, instaura<br />

un codice figurale imprevedibile e tagliente. L’esperienza di un vissuto femminile pulsivo e dinamico si viene così a proiettare (e trova echi) in<br />

un frammentato universo che restituisce, a chi vorrà e saprà raccoglierli, pezzi schegge ed emblemi di una irrelata ventura creaturale. Prima del<br />

senso, l’ardua decifrazione percepisce la giustezza, si direbbe la giustizia, dei minimi testi che punteggiano la sinopia del percorso. […]<br />

Pasquale Maffeo, Premio “Senigallia – Valerio Volpini” 2005, motivazione<br />

* * *<br />

[…] In un paesaggio marchigiano di provincia e treni regionali, questi versi di Franca Mancinelli esprimono il dolore di un’unione che non giunge,<br />

di un’unità colta solo nel miracolo, di un amore intravisto e immensamente voluto. Versi essenziali e scavati che dicono il nostro essere<br />

prigionieri del male e il nostro essere sospinti verso una difficile gioia. […]<br />

Milo De Angelis, Premio “DeltaPOesia”, 2006, motivazione<br />

* * *<br />

[…] L’intonacatura come intonazione: potrebbe essere questa una possibile etichetta, per quanto odiose siano tutte le marche applicate alla<br />

poesia, per poter dire qualcosa intorno ai testi di Franca Mancinelli. Sì, attorno, perché questa poesia, apparentemente sottile e leggera, in<br />

realtà nasconde una forza di chiusura tenacissima, quasi maschile, e un’altrettanta crudeltà nei confronti di chi legge e di chi la avvicina.<br />

Chiusura e crudeltà, beninteso, patite in maniera molto forte dallo stesso poeta, quasi per assecondare una radice profondissima e inscalfibile,<br />

tragica. E sappiamo bene, del resto, che questa involontaria strategia, da non confondersi con più o meno programmatici trobar clus, si verifica<br />

solitamente laddove la ferita e l’emorragia è più copiosa e sanguinante. […]<br />

Andrea Ponso, Un rudere la casa, “Pelagos”, 11, settembre 2007<br />

* * *<br />

[…] Mala kruna è un libro pieno di spine, intrecciato a grumi di consonanti. L’assente si disperde nel giro dei tempi e dei luoghi, per una sorta di<br />

fato da scontare. Talvolta “chiusa” fino all’impenetrabilità, la lingua di Franca Mancinelli cela un’attesa, che si ammanta di aculei e così, forse, si<br />

fortifica. […]<br />

Daniele Piccini, Dietro le spine un’attesa, “Famiglia Cristiana”, 41, 14 ottobre 2007<br />

* * *<br />

[…] Mala kruna, questa “piccola corona di spine”, è una poesia di risposte negate. Di trafitture o piuttosto di aghi. Di ruderi e perciò<br />

disfacimenti. Di sangue e di acque. Questi i geroglifici fondamentali dell’intima tetralogia (Oltre la giostra; Il mare nelle tempie; Nel treno del<br />

mio sangue; Un rudere la casa) di Franca Mancinelli.<br />

La rovina, i frammenti, sono quelli degli affetti familiari, amorosi o amicali che segnano la persona e persino il paesaggio: quello marino e<br />

collinare<br />

Franca<br />

Mancinelli<br />

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