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Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

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Da Il mare a destra, 2004<br />

Massimo<br />

Gezzi<br />

101<br />

Da IV - Estinzione di una voce<br />

Il tempo dell’apprendere dal vento<br />

si calcola a ritroso, dal muoversi<br />

del ramo che spinge l’altro ramo si comprende<br />

che c’è stato un sorriso emerso dal tuo corpo,<br />

dalla stanza della casa in cui stipavi<br />

i coralli di gioia incrostati sugli oggetti –<br />

del passato rimane una sciabola di luce,<br />

una scia di trafitture sulla cornice<br />

di una foto, i fiori di metallo incastonati nel portone.<br />

Di sopra non vado, sono quello degli ingressi:<br />

preferisco gli odori che saranno sempre tuoi,<br />

il vapore dei capelli che asciugavi col fon –<br />

è un suono di estinzioni l’amarezza:<br />

il procedere dei passi sul pavimento<br />

della casa in direzione dell’uscita,<br />

soprattutto il riconoscerli<br />

fessure di schianti nel silenzio che si ricolma,<br />

unghiate dentro l’acqua inafferrabile e tutt’una.<br />

I cani moribondi si accostano<br />

ai muri che si stringono in strettoie,<br />

si appoggiano alle case in cui<br />

donne moribonde riposano inquiete,<br />

e cantano incuranti le note affrettate<br />

di Madama Dorè, e non vanno a tempo perché<br />

tutto il loro tempo si riduce a pochi metri<br />

del filo di un gomitolo nero –<br />

(e ne vedono il capo,<br />

ed avvolgono la matassa con pazienza<br />

e con lentezza, perché avvolgerla<br />

è cosa sicura, impegnativa).<br />

I cani<br />

hanno chiazze di malattia, o forse<br />

come rughe la pelle si deforma,<br />

gli occhi languiscono e diventano rossi,<br />

i latrati si mutano in grugniti disperati.<br />

Lo sanno di morire, lo sanno<br />

più degli uomini: per questo quando arriva<br />

il respiro che non possono ingoiare<br />

si rifugiano nei cespugli, o fra le ombre<br />

di un burrone.<br />

Rimane, della morte,<br />

un suono d’affanno: un canto<br />

strappato con impeto al silenzio<br />

duraturo. Anche la nonna cantava<br />

una romanza poco prima di morire:<br />

è la voce il ritratto più feroce<br />

da estinguere.

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