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Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca

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Su Mala Kruna<br />

per svilupparlo originalmente, il topos del “viandante” che al di fuori di sé ed in sé, pur subendo perdite e dolori, ritorna, e si riconosce.<br />

Norma Stramucci, Mala Kruna: osservazioni sul buio e sulla luce, “La Gru” (www.lagru.org), 9, aprile 2008, poi “La Gru”, 5, giugno 2008<br />

* * *<br />

Piccola corona di spine è la traduzione – dal croato – di Mala kruna, titolo del primo libro della poetessa Franca Mancinelli (marchigiana, classe<br />

1981). Quelle parole hanno il sapore di un presagio, avvertito nella poesia che apre la raccolta, dove una madre nera interpreta il messaggio<br />

contenuto nell’aria: “ti venne a fianco e ti disse del vento / un cattivo tempo che non faceva / partire le barche”. Da subito si nomina il viaggio<br />

che accompagnerà, come una costante, tutta l’opera: dal passato si arriva a scrutare l’orizzonte, con momenti di dolore anche fisico, perché si<br />

viaggia attraverso il corpo. […]<br />

In questo passaggio dall’infanzia all’età matura non è difficile trovare un parallelo col dipinto di Gustav Klimt, Le tre età della donna (1905): un<br />

percorso nelle fasi decisive della vita femminile, interpretato come un rinnovamento, anche se nel quadro questo processo va letto in modo<br />

inverso (dalla vecchiaia si passa all’infanzia).<br />

Viaggiare – come metafora del processo di maturazione - significa anche perdere piccole parti di sé, sbriciolandosi verso una disintegrazione<br />

che si ripete nelle poesie della terza sezione: “sono seduta in briciole” (p.44), “è la scure che ci abbatte” (p.45), “l’amore in petali sul<br />

pavimento”, “mentre mi scucio e frano” (p.38), “da piccole macerie / d’anno in anno t’ho raccolto” (p.34). Il soggetto si frantuma, ma<br />

contemporaneamente si riorganizza in una geografia del corpo evidente nelle molteplici tracce: dito - lingua - costole - bocca - piedi - gambe -<br />

voce - corpo - pollice, tutti compresi in un unico testo; e ancora: piaga - saliva - petto - occhi - sangue, in un altro. Per arrivare al titolo, centrale,<br />

della terza sezione: Nel treno del mio sangue, dove trasporto, dolore, organismo si fondono.<br />

La scrittura di Mancinelli ha il pregio di avvicinare gli estremi, quando le “costellazioni” convivono con una “busta della spesa” (p.36), o quando<br />

si passa dai “non generati” al momento della nascita, col “grido che ha rotto ora le acque” e infine alla morte (p.30). Questa percezione è<br />

rafforzata da alcuni elementi strutturali del libro: spesso il titolo delle sezioni risuona come un’eco di qualcosa già udito altrove, di espressioni<br />

ripetute nelle pagine precedenti (o successive). Così l’opera è suddivisa da momenti / titoli che sono di apertura ma anche di chiusura, in un<br />

movimento tutto circolare: “scandite al buio le parole sono un cerchio” (p.26). E allora, la morte si ricongiunge con la vita in modo esplicito e<br />

straordinario in questi versi: “L’obitorio è un lago calmo: le barche / ovali come il seme di una donna, / la carne dove dorme sempre un figlio.”<br />

(p.52).<br />

Rossella Renzi, “land”, 1, 2008<br />

* * *<br />

[…] Questo libro è […] un rosario pungente per preghiere terrestri, corporali. Del rosario ha la mancanza di una vera e propria soluzione di<br />

continuità: ogni testo comincia con la minuscola quasi fosse la continuazione di un borbottìo interiore. Non c’è però un Dio a cui il poeta si<br />

rivolge, l’interlocutore è una presenza/assenza fisica: “se oggi avessimo la febbre insieme / staremmo come due cucchiai riposti / asciutti nel<br />

cassetto, / c’inventeremmo i piedi / avanti e indietro come stracci / per le carezze ai pavimenti”. Della spina ha la capacità di penetrare: la<br />

ferita, il taglio, la puntura sono immagini centrali del libro. Con questo fare tagliente il poeta scava dentro i corpi, gli elementi naturali e<br />

artificiali del mondo circostante, che al suo sguardo e al suo soffio si trasformano in strumenti musicali: “qua dove ogni parola è ramo rotto /<br />

albero<br />

Franca<br />

Mancinelli<br />

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