Leonardo Mancino - Arcipelago Itaca
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Da Mala Kruna, 2007<br />
Franca<br />
Mancinelli<br />
131<br />
scendo le scale in bilico<br />
aggrappata alla ringhiera;<br />
è tornata la mamma e la gioia<br />
parla forte, lui nella luce<br />
davanti alla porta ha un guscio<br />
e lo appoggia sul tavolo dove<br />
qualcosa ora piange<br />
«è un gatto per me?»<br />
iniziata la lotta:<br />
chi raggiunge prima<br />
la cucina, deglutisce più veloce,<br />
chi ha la vera ragione di piangere<br />
intuisce l’istante per spingere<br />
sott’acqua l’altra testa.<br />
Certezza<br />
lui ancora veglia ogni vena sul viso<br />
cauto che il pianto di smorfia o febbre<br />
tacesse custodito<br />
nell’abbraccio che è il vestito<br />
macchiato di ogni giorno.<br />
Da II – IL MARE NELLE TEMPIE<br />
costruzioni subito crollavano,<br />
l’onda entrava nel costume verde.<br />
Quando m’alzai sapevo<br />
cos’accade a una donna<br />
dopo che il sole è sceso nelle spire<br />
come di sale solidificato<br />
e altri gusci morti.<br />
hai baciato il mio osso sporgente<br />
l’anca ramo ricurvo:<br />
svanisce il filo di sassi sulla schiena<br />
e ti siedo di fronte<br />
a radici aperte.<br />
È un’immagine chiara, a lungo<br />
devo sfogliare prima che combaci<br />
ma ora che ricordo sono io:<br />
i lobi luccicanti appena incisi,<br />
un sorriso di fortuna<br />
dalla sua mano un fiore s’avvicina,<br />
apro gli occhi al lampo, e il taglio<br />
della luce è mio.