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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 101<br />

Tale epoca sarà superata dalla prima generazione <strong>del</strong> gotico. La nuova e umana vicinanza<br />

a Dio pone, in Bernardo di Chiaravalle, l'amore al posto <strong>del</strong>la paura – amor tollit<br />

timorem - essa scaccia gli esseri demoniaci dalla chiesa, la quale respinge ora definitivamente<br />

la presenza in essa <strong>del</strong>le tombe e, abbracciando tutto in una mistica vita di<br />

luce, trasforma la casa luminosa di Dio in una immagine terrena <strong>del</strong> cielo. 185 Al <strong>centro</strong><br />

<strong>del</strong>la sua facciata - <strong>del</strong>la porta coeli - è trasformata la ruota <strong>del</strong>la Fortuna in un tranquillo<br />

simbolo <strong>del</strong> vero sole: il Cristo.<br />

BOSCH E IL MONDO INFERNALE<br />

Nel romanico il demoniaco non possiede ancora la propria indipendenza. Solo nel<br />

gotico viene divisa la luce dalle tenebre e nella cattedrale sorge, come contrapposto alla<br />

sfera celeste che essa stessa rispecchia, una sfera <strong>del</strong> mondo infero, che però resta<br />

sottoposta a quella. Poi, con l'arte realistica <strong>del</strong> tardo medioevo avviene anche la realizzazione<br />

<strong>del</strong>l'inferno nella pittura. Il culmine di questo processo è raggiunto alla fine<br />

<strong>del</strong> periodo gotico con le opere di Hieronymus Bosch, la cui attività si estende dal 1480<br />

al 1516. 186<br />

Come contrapposto caotico <strong>del</strong>la nuova arte cosmica <strong>del</strong> tardo rinascimento, Bosch,<br />

contemporaneo di Leonardo da Vinci, crea il mondo <strong>del</strong>l'inferno. Egli lo crea da molte<br />

premesse storiche, ma l'assoluta novità consiste nel fatto che il suo mondo degli inferi<br />

ha un principio generativo proprio, una struttura caotica propria e <strong>del</strong>le proprie leggi<br />

formative. Solo per questo, tale mondo diviene il contrapposto <strong>del</strong> mondo celeste e di<br />

quello terreno. Solo a cominciare da Bosch si ha un'immagine complessiva <strong>del</strong> mondo<br />

infero.<br />

Nuova è la concezione degli esseri infernali. Essi non sono "figli <strong>del</strong>l'uomo degradato,<br />

divenuti animali diabolici in seguito a semplici metamorfosi", ma sono "esseri indipendenti<br />

sconosciuti, accoppiati con tutte le specie possibili immaginabili, generati<br />

cioè dall'unione di maghi e di streghe, di uccelli e di pesci, di spiriti maligni e di drudi,<br />

di chimere e di alrune"; tutti prodotti, questi, di una sconfinata mescolanza cosmica<br />

nella quale perfino cose inanimate si possono unire con esseri viventi. Tutto ciò è molto<br />

lontano dalle possibilità esistenti nel mondo antico.<br />

Non meno nuova è la scena infernale. Aspetti <strong>del</strong>la terra ancora sconosciuti si fondono<br />

al paesaggio infernale. Sono nere voragini, terre deserte, e mari abbandonati da<br />

Dio; città vuote e desolate, luoghi paurosi la cui vegetazione è formata da patiboli e da<br />

ruote, da fango e da paludi. Sole e Luna non vi splendono: la luce proviene da enormi<br />

incendi o da una fosforescenza, simile a fuochi fatui, di strane apparizioni. Nell'inferno<br />

esiste sì l'opera <strong>del</strong>l'uomo, ma vi appare sfigurata e allo stato di rovina. Il suo arsenale<br />

è formato da macchine e ordigni strani, alcuni dei quali non hanno alcun senso, altri<br />

invece sono strumenti di tortura; l'aria è solcata da demoni dall'aspetto di velivoli.<br />

Con tali soggetti e tali motivi è in rapporto indissolubile una speciale struttura<br />

<strong>del</strong>l'immagine. Nelle figure si accentua il carattere instabile, malsicuro e vuoto: esse<br />

devono fare l'effetto di vuote larve, di apparizioni, ed essere illusioni che usurpano il<br />

carattere <strong>del</strong>la realtà. La costruzione <strong>del</strong> quadro perde la sua coesione, rinuncia alla<br />

misura unitaria e alla prospettiva, le sue parti si muovono con instabilità nello spazio<br />

caotico. La composizione si trasforma in qualche cosa di frammentario, di sparso e di<br />

disorganizzato (W. Fraenger). Il quadro ha il carattere di una allucinazione oppressiva,<br />

presenta l'enigma insolubile di un grave incubo che nasconde un tormentoso significato<br />

"cifrato". 187<br />

185 Cfr. H. SEDLMAYR, Die dichterische Wurzel der Kathedrale, nel volume supplementare di "Mitteilungen<br />

des Oesterreichischen Institutes für Geschichtsforschung", 1939; Die Entstehung der Kathedrale, 1950).<br />

186 CH. DE TOLNAY, Hieronymus Bosch, Basilea 1947; H. SEDLMAYR, Die Säkularisation der Hölle, in Der<br />

Tod des Lichtes, pp. 18 ss.<br />

187 Per la decifrazione cfr. ora Hieronymus Bosch. Das tausendjährige Reich, elementi di una esposizione<br />

di W. FRAENGER, Berlino 1947.<br />

6 aprile 2013

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