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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 103<br />

prosegue poi nel pieno e tardo barocco. L'arte anticlassica <strong>del</strong> 1520-1590 (accanto alla<br />

quale esiste anche un tardo rinascimento) viene chiamata oggi con un nome che - al<br />

pari di "gotico "e di "barocco" che volevano esprimere in origine una condanna - vuole<br />

invece esprimere ciò che è manierato: col nome, cioè, di manierismo. 188<br />

Nel definire il manierismo come arte anticlassica, non bisogna dimenticare che esso<br />

si riallaccia saldamente al complesso <strong>del</strong>le forme classiche, ma in un settore a sé. Si<br />

riesce a comprendere bene i fenomeni manieristici soprattutto se si risale al senso <strong>del</strong>la<br />

vita <strong>del</strong> manierismo stesso: dubbio, scissione interna e angoscia, un profondo legame<br />

con la morte.<br />

Questo è il suo punto di contatto con l'arte moderna. Suoi tratti caratteristici sono<br />

l'estraneamento, la rigidità, il raffreddamento e la morte <strong>del</strong>la forma classica. Il manierismo<br />

cerca ciò che è liscio, rigido o morto; non la forma che nasce organicamente, ma<br />

quella imposta, e specialmente, ciò che appare formalistico e cerimonioso. Tutto diviene<br />

privo di vita e formale, spettrale e ricercato. Questa specie di arte sceglie materiali<br />

morti, freddi e grezzi (per esempio, il cristallo di rocca), i colori gessosi, pietrosi, metallici<br />

e il nero cupo. Le piace fondere i corpi umani con la pietra, ama i colori anemici,<br />

la corazza al posto <strong>del</strong> corpo, la maschera al posto <strong>del</strong> viso. 189 Negli atteggiamenti<br />

predilige la distinzione, la riservatezza, tutto ciò che è enigmatico e chiuso, la gravità<br />

<strong>del</strong>la morte.<br />

Il manierismo cerca nell'architettura ciò che è fragile e artificioso, esile, allungato,<br />

stiracchiato e specialmente la forma "turbata" in maniera inorganica. In questo esso<br />

assomiglia a certe costruzioni <strong>del</strong> tardo gotico, <strong>del</strong>l'epoca cioè intorno al 1525, nelle<br />

quali si notano, ad esempio, cordonature apparentemente spezzate e messe di nuovo<br />

insieme o ritagliate da altre forme o turbate da esse. Si aggiunga che nel manierismo il<br />

pittore dipinge se stesso davanti allo specchio che lo deforma.<br />

Questa corrente artistica ama comporre quadri servendosi di elementi desunti da varie<br />

realtà, con figure di varia grandezza, oppure anche mescolare frammenti di forme<br />

non pertinenti, per esempio forme gotiche con forme classiche. Esso riesuma l'antichità<br />

considerandola morta: un mondo di spoglie e di frammenti. Conosce l'immagine<br />

scissa (come pure la scissione fra osservatore ed immagine) e quella frammentaria.<br />

Così, alla fine <strong>del</strong>l'epoca, l'Arcimboldi compone teste umane servendosi esclusivamente<br />

di conchiglie o di ortaggi, ciò che assume un aspetto <strong>del</strong> tutto surrealista.<br />

Il legame più profondo fra il manierismo e l'arte moderna consiste nella vicinanza alla<br />

morte e in un dissidio fra l'uomo e la natura. La natura organica si separa. Dai grandi<br />

sconvolgimenti spirituali il manierismo si ritira in un mondo artificiale. In molti tratti<br />

caratteristici si manifesta una profonda angoscia <strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong> mondo: nella labilità<br />

<strong>del</strong>l'insieme <strong>del</strong> quadro e nell'esagerazione, spesso opprimente, <strong>del</strong>le dimensioni spaziali<br />

in profondità.<br />

Con tutto ciò il manierismo è un'arte di grande spiritualità.<br />

Tutto questo spiega perché esso venisse riscoperto nei suoi valori proprio nel primo<br />

ventennio <strong>del</strong> secolo ventesimo. L'arte moderna riconosce sempre più in questo stile il<br />

suo predecessore e il suo mo<strong>del</strong>lo. La mostra dei manieristi francesi allestita nel 1946<br />

all'Albertina di Vienna sotto il titolo di "fantasticheria francese", intendeva far conoscere<br />

l'elemento anticlassico <strong>del</strong>l'arte francese, troppo a lungo misconosciuto, ma anche<br />

legittimare le assurdità degli artisti francesi più moderni paragonandole a così insigni<br />

predecessori.<br />

Il manierismo che, a sua volta, poteva appoggiarsi a certi caratteri <strong>del</strong>la tarda arte<br />

michelangiolesca - arte però interiormente assai lontana dal manierismo 190 - si diffuse<br />

in tutta l'Europa molto rapidamente, molto più rapidamente <strong>del</strong>lo stesso rinascimento.<br />

Il suo <strong>centro</strong> di gravità è l'Italia; non Roma, come per il pieno rinascimento e<br />

188 Oggi la bibliografia sul manierismo è già molto ricca; come orientamento vedi W. PINDER, Zur Physiognomik<br />

des Manierismus, nel volume in onore di Ludwig Klages, 1932; E. GOMBRICH, Zum Werke Giulio Romanos,<br />

in "Jahrbuch der kunsthistorischen Sammlungen", Vienna, nuova serie, vol. VIII, 1934; H. SEDLMAYR,<br />

Die "Macchia" Bruegels, ibid.; H. HOFMANN, Hochrenaissance, Manierismus, Frühbarock, Zurigo-Lipsia 1938.<br />

189 W. PINDER, cit.<br />

190 Cfr. H. SEDLMAYR, Über Michelangelo: Versuch über seine Kunst, Monaco 1940.<br />

6 aprile 2013

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