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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 96<br />

Capitolo nono<br />

ALLE ORIGINI DEL PRESENTE<br />

"Tutti gli ateismi hanno origine da un'errata confusione o da una errata separazione<br />

nell'essere <strong>del</strong> creatore e <strong>del</strong>la creatura" (Franz von Baader).<br />

IL DEISMO E LE SUE CONSEGUENZE<br />

Il quadro complessivo <strong>del</strong> turbamento che si è cercato di <strong>del</strong>ineare scopre sì il nucleo<br />

interno dal quale ha origine la malattia, ma è ancora troppo poco differenziato per riprodurre<br />

esattamente l'ambiente storico in tutto il suo complesso.<br />

Esso può essere soltanto una traccia da usare per ulteriori ricerche, il cui tema è indicato<br />

dal titolo di questo capitolo. Infatti proprio nel momento in cui si riconosce come<br />

origine <strong>del</strong> turbamento l'errata interpretazione dei rapporti fra l'essere che crea e la<br />

creatura, l'arte offre altre prove dalle quali risulta che tale confusione si è compiuta in<br />

diverse forme, ognuna <strong>del</strong>le quali può essere messa in relazione con una serie di fenomeni<br />

riguardanti l'arte moderna e la vita moderna nel suo complesso.<br />

Ecco solo alcuni preliminari.<br />

La frattura tra Dio e l'uomo nella forma radicale <strong>del</strong> deismo deriva dal fatto che Dio è<br />

stato quasi relegato nella più remota lontananza sì che Dio stesso e il mondo vengono<br />

concepiti come <strong>del</strong> tutto diversi e separati l'uno dall'altro. Dio è un "dio assente" che ha<br />

creato e messo in movimento il mondo il quale procede, da allora, secondo un suo<br />

proprio meccanismo interno e si sviluppa da sé automaticamente.<br />

Non esiste quindi un rapporto personale con Dio: Il mistero viene eliminato (lo scritto<br />

principale di uno dei capi <strong>del</strong> deismo, l'inglese Toland, è intitolato "cristianità non<br />

misteriosa"); la religione diviene una questione che riguarda la ragione naturale.<br />

Le conclusioni possono essere tratte dal profondo giudizio di Franz von Baader:<br />

"Come l'uomo sta di fronte a Dio così egli sta di fronte a se stesso, al prossimo, alla<br />

natura e al mondo spirituale". Ovunque il rapporto vivo si raffredda e ad esso subentrano<br />

i freddi rapporti <strong>del</strong>la ragione (al dubbio spetta una parte decisiva) e tutto ciò che<br />

viene attaccato da questo raffreddamento si trasforma: il mondo diviene un mondomacchina,<br />

l'uomo un uomo-macchina, lo stato uno stato-macchina. Considerando la<br />

terra nell'universo, Ledoux - indubbiamente adepto di questa forma di religiosità -<br />

chiede trionfante: "Questa macchina rotonda non è forse sublime?". Come l'uomo si isola<br />

di fronte a Dio, così si isola anche di fronte al proprio simile. Di fronte alla natura<br />

egli è "isolato dovunque" (Ledoux). Il deismo sta dunque probabilmente alla radice di<br />

quei molteplici fenomeni che sono stati descritti nel capitolo settimo come tendenza<br />

all'inorganicità. Per sua natura esso è causa di morte e di estraneamente. "Cielo e terra<br />

sono separati e tutto s'irrigidisce" (dal libro cinese dei Saggi I Cing).<br />

PANTEISMO "AORGICO"<br />

"Se il ciel mio è di ferro, io sono di pietra" (Hölderlin).<br />

Esistono però forme più sublimi di lontananza fra Dio e l'uomo. Una di esse ci appare<br />

grandiosa, in Hölderlin, il quale la vive e la soffre così esemplarmente, come in se-<br />

178 F. SIEBURG, Blick durchs Fenster, Francoforte 1939. Qui la frase concerne Victor Hugo ma io sono incerto<br />

se la frase si adatti veramente a Victor Hugo.<br />

6 aprile 2013

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