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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 126<br />

Anche il modo in cui l'arte "si muove" nell'interno <strong>del</strong>la propria epoca è vario. Nel<br />

perseverare <strong>del</strong>lo stile romanico tale movimento si compie da una parte interpretando<br />

mo<strong>del</strong>li già tramandati e celando nelle forme già fisse l'elemento nuovo; dall'altra<br />

nell'attingere alle immagini primordiali (typoi). Nel gotico il movimento si compie in discesa,<br />

nel pieno rinascimento e nel barocco il movimento è ascendente (anche questo<br />

dovrebbe formare oggetto di spiegazione). Uno sviluppo - nel senso di sviluppo pieno<br />

e organicamente continuo - sembra esistere solo nel periodo rinascimentale e barocco,<br />

dove le forme più ampie e più ricche (non però quelle più perfette) compaiono alla fine.<br />

La forma storica <strong>del</strong> movimento spirituale a cominciare dal tardo secolo diciottesimo<br />

sembra essere, per così dire, "massimalistica", cioè iniziare con gli estremi e ritornare<br />

su posizioni più moderate.<br />

Le epoche si distinguono infine dal rapporto fra i punti focali <strong>del</strong>la creazione artistica,<br />

ossia fra il polo sacro e quello profano, fra chiesa e palazzo. Tali rapporti potrebbero<br />

essere simboleggiati nella maniera seguente: associando cioè all'epoca romanica<br />

il cerchio che racchiude completamente in sé un cerchio molto più piccolo; al gotico,<br />

un cerchio dal quale il cerchio più piccolo, crescendo, esce fuori con alcune sue parti;<br />

al barocco, un ovale formato da due cerchi uguali e ellissi con i suoi due fuochi. All'epoca<br />

moderna invece l'iperbole, in quanto essa si svolge partendo dai due antichi punti<br />

focali in direzioni opposte verso l'infinito, verso la maggiore razionalità e la maggiore<br />

irrazionalità, le quali si escludono: anche questo è segno <strong>del</strong>la "perdita <strong>del</strong> <strong>centro</strong>".<br />

Capitolo sedicesimo<br />

L'ERA MODERNA SVOLTA DELLA STORIA<br />

"… ci troviamo a un inizio" (Chr. Morgenstern).<br />

LA CIVILTÀ INVECCHIA<br />

Ci si domanda se la fase finale di tutte le civiltà determini, in qualsiasi forma, un allontanamento<br />

dall'idea umana che viene intesa da ciascuno a suo modo, sia come irrigidimento<br />

"cerimonioso", sia come esteriorizzazione, sia come lussureggiare che determina<br />

il "colossale" e il "vuoto", sia infine come assenza di anima, come inselvatichimento,<br />

come irrozzimento. Ciò che è avvenuto nei secoli diciannovesimo e ventesimo<br />

sarebbe allora soltanto la forma specifica con la quale la civiltà "faustiana" <strong>del</strong>l'occidente<br />

muore: Spengler avrebbe quindi ragione.<br />

Anche allora ci sarebbe da domandarsi se tutte le civiltà muoiono allo stesso modo<br />

(domanda, questa, che lo stesso Spengler ha posta); se accanto alla morte naturale dovuta<br />

all'esaurimento <strong>del</strong>le forze vitali e alla morte violenta causata da irruzioni di una<br />

civiltà straniera dall'esterno, non esista anche la morte per malattia fisica e morale; se<br />

non esista anche la follia di tutta una civiltà.<br />

Un confronto con la civiltà antica mostra tuttavia che questa, anche nel suo decadimento<br />

e nella sua degenerazione, rimane legata all'uomo. Quando si voglia volgere lo<br />

sguardo anche ai temi dominanti <strong>del</strong>la tarda antichità, si nota un regresso nel tema che<br />

concerne il tempio degli dèi; in sua vece compaiono, come nuovi temi dominanti, l'anfiteatro,<br />

le terme e i fori imperiali: tutti, in ultima analisi, luoghi di culto <strong>del</strong>l'uomo divinizzato,<br />

<strong>del</strong>l'uomo-dio, luoghi nei quali si manifesta - è vero - un'idea degenerata<br />

<strong>del</strong>l'uomo, ma pur sempre <strong>del</strong>l'uomo. Inoltre non si giunge affatto ad una separazione<br />

<strong>del</strong>le specie artistiche. E anche in altre civiltà non si riesce a scoprire nulla di un vero e<br />

proprio transumanismo. Assolutamente inesistente come questo è anche la diffusione<br />

<strong>del</strong>la civiltà in tutto il mondo.<br />

Nell'intento di definire la posizione storica e la funzione nell'epoca nostra, si dovranno<br />

dunque distinguere tre gruppi di fenomeni: l'invecchiamento <strong>del</strong>la civiltà occidentale,<br />

la sua disumanizzazione e la sua diffusione nel mondo.<br />

6 aprile 2013

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