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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 104<br />

per il barocco, ma Firenze. Dal punto di vista sociologico esso è soprattutto l'arte <strong>del</strong>le<br />

corti, l'arte di un mondo di alto lignaggio, straordinariamente raffinato ma anche morboso.<br />

Studiato con metodi più moderni, il manierismo appartiene oggi non solo ai fenomeni<br />

meglio compresi <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l'arte ma anche ai più sopravvalutati. L'affermazione<br />

<strong>del</strong> Pinder che cioè esso sia privo di vera e propria genialità è certamente giusta.<br />

Tintoretto e il Greco mostrano soltanto alcuni elementi manieristici, ma non appartengono<br />

al manierismo nel senso già descritto (a Venezia quest'arte non trovò mai terreno<br />

adatto per prosperare) bensì ad uno spiritualismo essenzialmente indipendente e religioso,<br />

che si manifestò nella fase di passaggio dal manierismo al barocco. Il vero manierismo<br />

è troppo poco spontaneo per avere un legame con la religione che non sia intenzionale.<br />

La comparsa di tali fenomeni nell'arte <strong>del</strong> secolo diciannovesimo è perciò tanto importante<br />

per comprendere i secoli diciannovesimo e ventesimo, in quanto essa induce<br />

ad escludere la ipotesi, spesso affacciata, che tutta la situazione <strong>del</strong>l'arte moderna sia<br />

in sostanza il prodotto dì una civilizzazione <strong>del</strong>le grandi città. È chiaro invece che già<br />

tre o quattrocento anni prima si era manifestato un importantissimo ma parziale fenomeno<br />

<strong>del</strong>la malattia, accompagnato da sintomi caratteristici.<br />

Dal punto di vista <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong> pensiero, il manierismo non è stato ancora spiegato.<br />

Sarebbe di estrema importanza indagare in quale zona esso si sia profondamente<br />

radicato perché esso sorse proprio intorno al 1520, e quali siano stati i motivi per cui<br />

intorno al 1600 esso fu rapidamente superato, senza lasciare quasi traccia di sé.<br />

BRUEGHEL E L'ABBASSAMENTO DELL'UOMO<br />

Da quando il concetto di manierismo si è ampliato fino a divenire una definizione<br />

stilistica, si tende, per tutto il periodo centrale <strong>del</strong> secolo sedicesimo, a mettere in rapporto<br />

anche Brueghel con il manierismo. Ma questa valutazione è inammissibile. Il profondo<br />

e straordinario legame <strong>del</strong>l'arte di Brueghel con la terra e con il mondo considerato<br />

come natura, inoltre il suo stesso umorismo dovrebbe escludere questo tentativo.<br />

Il manierismo è infatti assolutamente snaturato e privo di umorismo. Anche i temi sono<br />

completamente diversi. Tuttavia Brueghel ha in comune con il manierismo non soltanto<br />

alcuni singoli elementi formali ma più ancora il principio <strong>del</strong>la costruzione scissa,<br />

<strong>del</strong>l'immagine che in lui diviene una chiara formula ch'egli usa per dividere l'uomo e la<br />

natura. La sua arte è stata capita nello stesso momento in cui si cominciò a comprendere<br />

il manierismo nel suo significato più profondo e, da allora, la valutazione <strong>del</strong>le<br />

opere di questo artista e la loro importanza storica è sempre divenuta maggiore. 191<br />

Con Brueghel è sorto un altro motivo dominante <strong>del</strong>l'arte moderna: l'abbassamento<br />

<strong>del</strong>l'uomo. L'uomo visto dal di fuori è come qualche cosa di problematico e di estraneo;<br />

lo si guarda come si contemplerebbe una creatura di un altro pianeta. E da questo<br />

punto di vista esso appare <strong>del</strong> tutto nuovo: basso, malsicuro, invertito; strano, pazzo e<br />

ridicolo; stupido, infantile, balordo. In Brueghel ciò vale non soltanto per il contadino<br />

che a partire dal tardo medioevo si era abituati a considerare in questo modo, ma per<br />

l'uomo in genere. Nell'arte di Brueghel molte correnti secondarie <strong>del</strong> l'arte medievale si<br />

uniscono per formare una concezione universale <strong>del</strong>l'uomo ossia quella concezione<br />

che riproduce un'immagine contrapposta all'uomo santo ed elevato, puro e saggio: il<br />

mondo <strong>del</strong>l'inferno, dei contadini, dei pazzi.<br />

Il mondo e le azioni <strong>del</strong>l'uomo sono capovolte, caotiche e assurde. L'uomo è dovunque<br />

aggredito dall'elemento demoniaco, dalla pazzia e dalla morte. È molto significativo<br />

che l'interesse di Brueghel si rivolga contemporaneamente a quei fenomeni studiati<br />

con predilezione anche dall'antropologia e dalla psicologia moderne. Oltre ai contadini,<br />

egli rivolge il suo interesse ai pazzi, agli storpi, agli epilettici, ai ciechi; all'ebbrezza,<br />

alla massa e alla scimmia. Ma anche l'ambiente quotidiano appare strano e incompren-<br />

191 Cfr. H. SEDLMAYR, Die "Macchia" Bruegels, cit.<br />

6 aprile 2013

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