Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio
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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 123<br />
TERZO PERIODO: UOMO-DIO E UOMO "DIVINO"<br />
RINASCIMENTO E BAROCCO<br />
L'arte religiosa sta sotto l'insegna <strong>del</strong>l'uomo-Dio. Della doppia natura <strong>del</strong>l'uomo si<br />
pone in luce soltanto la sua grandezza e si sorvola volutamente sulla sua bassezza e<br />
sulla sua miseria. La figura dominante <strong>del</strong>l'epoca è l' "uomo grande", l'uomo "divino"<br />
sia nella sfera sacra sia in quella profana. L'uomo viene enormemente innalzato. Egli<br />
non è soltanto l'immagine di Dio, ma è anche il luminoso riflesso <strong>del</strong>la sua magnificenza<br />
e <strong>del</strong>la sua immagine, anche nella forza creatrice. Tale concezione fa sì che la forza<br />
creatrice <strong>del</strong>l'uomo si sviluppi enormemente. Si accumulano, una sull'altra, espressioni<br />
relative alla grandezza <strong>del</strong>l'uomo. L'uomo divino, il santo e, secondo un altro punto di<br />
vista, il principe, costituisce in un certo senso un trapasso dall'uomo a Dio; il corpo<br />
<strong>del</strong>l'uomo sperimenta una grandiosa trasfigurazione, incomprensibile senza la fede<br />
nella risurrezione <strong>del</strong>la carne La perfezione <strong>del</strong> corpo viene intesa come immagine di<br />
quella <strong>del</strong>lo spirito, la nudità come immagine di purezza e verità.<br />
Cristo viene considerato soprattutto come il Risorto nella carne, il Vincitore sulla<br />
Morte; viene visto in tutta la sua nobiltà di trasfigurato, nella sua bellezza e forza sovrumane:<br />
fisicamente come un atleta. Anche nella morte e nel martirio risplende già,<br />
dovunque, la forza trionfante. Terra e cielo si compenetrano. Di tutto ciò è espressione<br />
visibile la pittura dei soffitti che ora (esattamente fra il 1470 e il 1760) vive la sua<br />
grande fioritura. Gli sforzi <strong>del</strong>l'uomo sono protesi verso la pienezza e verso sfere superiori.<br />
Tema dominante diviene il "trionfo". Ciò si nota nella nuova struttura <strong>del</strong>l'edificio<br />
sacro che fa la sua apparizione già intorno al 1470 e che per tre secoli crea, nelle<br />
forme, i suoi canoni e si pone completamente sotto l'insegna <strong>del</strong>l'elemento trionfale.<br />
Compare inoltre la colonna trionfale cristiana (colonna <strong>del</strong>la Trinità e <strong>del</strong>la Madonna).<br />
Le "ascensioni al cielo" e le "apoteosi" divengono i grandi temi centrali dominanti<br />
<strong>del</strong>la pittura religiosa che fa da guida alla pittura dei soffitti. L'edificio sacro trova il<br />
suo coronamento nella gloria di luminose cupole nelle quali l'accresciuto spazio terreno<br />
s'innalza liberamente e senza sforzo negli spazi luminosi ultraterreni. Tutto ciò non<br />
è tanto paganizzazione <strong>del</strong> cristianesimo quanto cristianizzazione <strong>del</strong>l'alta antichità<br />
pagana.<br />
Adesso però accanto alla chiesa e sullo stesso piano sta la casa <strong>del</strong>l' "uomo grande"<br />
divenuta ora per la prima volta un'opera d'arte unitaria con un'iconologia propria. Essa<br />
compare nelle sue espressioni di campagna e di città: <strong>del</strong> castello e <strong>del</strong> palazzo. Qui<br />
l'antico Olimpo si mette al servizio <strong>del</strong> culto <strong>del</strong>la divinità, cioè <strong>del</strong>l'uomo "divino". I castelli<br />
assumono sempre più il carattere di luoghi di culto <strong>del</strong>l'uomo grande, il quale<br />
viene visto nelle due figure principali di Eracle e di Elio. Il mondo luminoso di Versailles<br />
è un punto culminante di questo culto secolare. L'assimilazione <strong>del</strong>le due sfere diviene<br />
sempre più forte; le forme <strong>del</strong>l'una passano in quelle <strong>del</strong>l'altra e alla fine si giunge alla<br />
mescolanza di esse.<br />
Ma, sotto l'insegna <strong>del</strong>l'uomo eroico, tutto il mondo si apre a nuova vita. L'uomo infatti<br />
è microcosmo ed è in rapporto di simpatia col macrocosmo di tutta la natura: dagli<br />
astri fino alle creature animate ed inanimate, fino al mondo storico e mitologico.<br />
Senza sbalzi, in grandi rapporti organicamente dinamici, tutto trapassa nel Tutto: anche<br />
ciò che è connesso con i sensi rivela il suo nucleo spirituale. Tutto è, per così dire,<br />
formato da un'unica sostanza.<br />
Un organismo di un'unica sostanza è anche l'opera d'arte unitaria, nella quale le varie<br />
arti, consertandosi fra loro, giungono all'unità, così come nel dipinto si uniscono,<br />
per la prima volta, "ideale e realtà, lontananza e vicinanza, severità e tenerezza, nobile<br />
dignità e scherzo sereno". 221 Ma anche arte e scienza, arte figurativa e poesia, fanno<br />
lega tra loro.<br />
221 H. SEDLMAYR, Die Wiedergeburt der antiken Götter im Bilde. Parzialmente riprodotto in "Piper-<br />
Almanach", 1954.<br />
6 aprile 2013