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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 29<br />

stretto e più interno ove sono esposti gli autentici prodotti di arte superiore e si termina<br />

in quello più esterno che è il regno <strong>del</strong>la macchina. Ogni settore dei sette anelli<br />

concentrici è dedicato ad una nazione, in modo che ogni Paese sia rappresentato uniformemente<br />

in tutti gli anelli.<br />

Il contenuto simbolico di questo Pantheon <strong>del</strong>l'arte e <strong>del</strong>l'industria, di questo tempio<br />

dedicato al genio inventivo <strong>del</strong>l'uomo, è eccezionale. Coloro che idearono l'Esposizione<br />

ne erano perfettamente consci. Nel testo ufficiale di essa si legge: "Fare il giro di questi<br />

anelli significa fare il giro <strong>del</strong> mondo. Tutti i popoli sono convenuti qui, i nemici si trovano<br />

a fianco a fianco. Come al principio <strong>del</strong> mondo, lo spirito divino aleggiava sulle<br />

acque, esso aleggia ora su questo globo di ferro". 54 L'Esposizione è dunque un'immagine<br />

<strong>del</strong> mondo e, insieme, una "visio pacis", una visione di pace.<br />

Le famose feste e i manifesti <strong>del</strong> noto pittore e litografo J. Chéret completarono lo<br />

spirito <strong>del</strong>l'Esposizione <strong>del</strong> 1867. È questo il momento in cui sorge il nuovo genere <strong>del</strong><br />

quadro "chiassoso".<br />

La nuova architettura realizzata per la prima volta con grande pretesa nei padiglioni<br />

<strong>del</strong>le esposizioni si assimila tutti i temi architettonici più antichi. Nel Palazzo reale di<br />

Laeken, in Belgio, una serra costruita con questa tecnica è stata trasformata in chiesa.<br />

Un esempio che riguarda l'applicazione al museo di tale genere architettonico ci viene<br />

offerto dal Nuovo museo di Oxford, costruito a guisa di padiglione in ferro e vetro ma<br />

con elementi di stile gotico. Anche il Palazzo di vetro di Monaco di Baviera rientra in<br />

questa serie di costruzioni. Inoltre, un monumento commemorativo di questo tipo è la<br />

torre Eiffel, monumento che il genio inventivo <strong>del</strong>l'uomo ha eretto a se stesso. Essa è,<br />

insieme, il primo esempio di costruzione a ossatura di acciaio che non presenta alcuno<br />

scopo pratico. Questo passaggio da una sfera all'altra segna l'inizio <strong>del</strong> decadimento di<br />

un'idea che, in realtà, non è stata mai più superata.<br />

Seguirà poi la trasformazione <strong>del</strong>la casa: essa sarà costruita esclusivamente in ferro<br />

e vetro.<br />

Come le forme e le concezioni <strong>del</strong>le nuove costruzioni compenetrano tutta la vita,<br />

anche lo spirito che ha ispirato l'Esposizione non resta limitato a se stesso ma si estende<br />

a quasi tutti i settori <strong>del</strong>la vita. È uno spirito, questo, stranamente ibrido che<br />

unisce l'elemento realistico al teatrale e al decorativo, al carattere <strong>del</strong> circo e a quello<br />

sensazionale. Esso crea la vetrina <strong>del</strong> negozio che, in un certo senso, può essere considerata<br />

una Esposizione in miniatura; crea il manifesto con le sue nuove possibilità di<br />

sviluppo e le insegne luminose. Il sistema con il quale, oggi, in tutte le città d'Europa<br />

s'illuminano di notte i monumenti, le opere d'arte dei musei, il verde dei giardini, corrisponde<br />

allo spirito <strong>del</strong>la Esposizione e non a quello <strong>del</strong> museo. Sotto forma di "rivista",<br />

di "Inszenierung", di "show", di "revue", questo spirito penetra nel teatro dove l'elemento<br />

caratteristico <strong>del</strong>l'Esposizione è dato dal riflettore. Penetra perfino nella casa<br />

privata mediante l'arredatore, personaggio affine al vetrinista. Anche i giardini possono<br />

assumere adesso il carattere - talvolta, anzi, addirittura la struttura - <strong>del</strong>l'Esposizione.<br />

Un esempio ci viene offerto dal parco di Buttes-Chaumont realizzato a Parigi dall'architetto<br />

E. G. Alphand.<br />

Nell'Esposizione si notano soprattutto, e per la prima volta, i nuovi surrogati <strong>del</strong>l'elemento<br />

artistico; cioè il desiderio di esibizione, di sensazione, dì tutto ciò che può<br />

sbalordire, che non si è mai visto. Si vuole, insomma, la novità ad ogni costo.<br />

Con l'Esposizione <strong>del</strong> 1900 ha inizio il declino di essa. Restano vivi soltanto alcuni<br />

settori: quello <strong>del</strong> manifesto che con Toulouse-Lautrec raggiunse e superò il suo zenit<br />

artistico, e, da quando venne in uso la luce elettrica, quello <strong>del</strong>la illuminazione.<br />

Ma le forme esteticamente più rare e praticamente più soddisfacenti <strong>del</strong>l'Esposizione<br />

compaiono soltanto quando la Esposizione cessa di essere una potenza universale e si<br />

limita a vivere nella sfera sua propria: si ricordi l'Esposizione di Stoccolma <strong>del</strong> 1930,<br />

opera di Eric Gunnar Asplund. 55<br />

54 Cfr. S. GIEDION, cit. e la pubblicazione ufficiale in due volumi <strong>del</strong>l'Esposizione <strong>del</strong> 1867.<br />

55 Cfr. H. SEDLMAYR, Die Kugel als Gebäude oder das Bodenlose, nella rivista "Das Werk des Künstlers",<br />

1939, p. 308; inoltre la rivista "Der Städtebau", 1930, e "Schweizerische Bauzeitung", 1930, pp. 143 ss.<br />

6 aprile 2013

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