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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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l'opera sua di artefice superbo. 182<br />

Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 98<br />

Questo brano di Hölderlin parafrasa già tutto il destino <strong>del</strong>l'uomo che vede Dio sotto<br />

questo aspetto - singolo e collettivo - ammesso che, come Hölderlin, l'uomo prenda<br />

così sul serio il proprio rapporto con questa divinità non umana.<br />

Ma il brano parafrasa anche il destino <strong>del</strong>l'arte e raggiunge forse, in nuce, la più<br />

profonda interpretazione <strong>del</strong>l'arte moderna - per lo meno nella sua prima fase più antica<br />

- e aiuta a far intendere più di uno dei suoi caratteri incompresi.<br />

Esso spiega fra l'altro il carattere chiuso <strong>del</strong>la nuova arte, carattere che già da tempo<br />

avrebbe dovuto essere considerato una <strong>del</strong>le sue peculiarità di fronte alle arti – così vicine<br />

all'uomo - <strong>del</strong> gotico, <strong>del</strong> rinascimento e <strong>del</strong> barocco. Perché un'arte che meno<br />

coerentemente di Hölderlin cerca di servire una divinità inaccessibile, non può essere<br />

diversa da questa.<br />

Il brano di Hölderlin spiega soprattutto anche il dubbio sull'estremo valore <strong>del</strong>l'arte,<br />

dubbio che Rousseau, nel considerare l'arte come <strong>del</strong>eteria per il cittadino, aveva espresso<br />

solo per motivi morali: qui però l'arte doveva essere sacrificata per onorare gli<br />

"inaccessibili", perché, in un certo senso, essa costituiva l'ultima mediazione fra Dio e<br />

l'uomo.<br />

Come Crono, la divinità panteistica divora i propri figli (Franz von Baader) che sono<br />

l'uomo e l'arte. In questa religione esistono ancora, a differenza <strong>del</strong> deismo, mistero e<br />

preghiera. Ma l'isolamento, l'abbandono di Dio da parte <strong>del</strong>l'uomo non è meno terribile,<br />

l'estraniamento e il raffreddamento <strong>del</strong> suo mondo sono di poco minori. Sua nobile<br />

eco nell'arte figurativa è la pittura di Caspar David Friedrich; lo stato d'animo che la caratterizza,<br />

anche quando si ammanta di serenità, è la profonda malinconia e il lutto<br />

nella morte.<br />

ANTITEISMO<br />

Un'altra forma <strong>del</strong>l'abisso che l'uomo scava fra sé e Dio è una specie particolare di<br />

ateismo o più precisamente di antiteismo portato alle estreme conseguenze. Esso non<br />

ha quasi nulla in comune con le antiche forme <strong>del</strong>l'ateismo; si manifestò senza veli nei<br />

proclami dei surrealisti, ma la sua concezione risale al secolo diciottesimo. 183 Poiché<br />

Dio non esiste, non esiste neppure un ordine immanente al mondo: il mondo, l'uomo,<br />

la società sono ugualmente caotici. Questa ideologia mira ad ottenere un mondo che<br />

confermi questo preconcetto; preconcetto che essa peraltro incoraggia mediante la<br />

mobilitazione di tutte quelle forze umane le quali contribuiscono ad aumentare il caos,<br />

e mediante l'indebolimento e la confessione di coloro che si oppongono al caos stesso.<br />

CAUSE DEL TURBAMENTO<br />

Soltanto quando saranno stati esaminati a fondo i rapporti spirituali cui si è accennato,<br />

sarà possibile ed opportuno avviare verso una soluzione il problema relativo alle<br />

cause che hanno provocato tutto il complesso dei turbamenti.<br />

Nel ricercare tali cause ci si imbatterà continuamente in una pluralità di fattori operanti.<br />

Una cosa però è certa fin d'ora: che la maggior parte <strong>del</strong>le cause addotte non sono<br />

sufficienti per giungere ad una spiegazione. Si sa infatti con certezza che il turbamento<br />

ha un carattere antropologico-cosmologico: esso riguarda cioè la totalità<br />

<strong>del</strong>l'uomo e <strong>del</strong> mondo che lo circonda e non è più possibile cercare la causa essenziale<br />

di esso nei rapporti economici o sociali <strong>del</strong>l'uomo. Una simile spiegazione dimostra<br />

soltanto l'incapacità di elevarsi al di sopra <strong>del</strong> piano inferiore <strong>del</strong>la visione <strong>del</strong> mondo<br />

ed è di nuovo, in se stessa, un sintomo. Qualunque sia stata l'azione di altri fattori singoli,<br />

si può dire intanto con certezza che il fattore essenziale deve essere ricercato in<br />

182 La voce <strong>del</strong> popolo, da: VINCENZO ERRANTE, La lirica di Hölderlin, II, Sansoni, 1945, p. 292.<br />

183 Cfr. per il programma <strong>del</strong> surrealismo H. SEDLMAYR, Über Sous- und Surrealismus…, cit., pp. 40 ss.<br />

6 aprile 2013

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