Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio
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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 111<br />
Simbolo <strong>del</strong>l'epoca è la Luna. Bella, chiara e fredda, ma recante una luce riflessa,<br />
senza forza per riscaldare e senza vita per generare: questa è la formula <strong>del</strong> classicismo<br />
di questa fase.<br />
E insieme compaiono elementi periferici <strong>del</strong> tutto contrapposti: dubbi sulla dignità e<br />
sull'essenza <strong>del</strong>l'uomo; frenesie di visioni paurose e tormentose (Goya e Füssli). Visioni<br />
spettrali. L'elemento caotico tende a salire in superficie.<br />
È in sostanza il grave conflitto morale fra un rigoroso super-io, impersonato nella<br />
legge morale che è dentro di noi, e gli impulsi caotici e selvaggi.<br />
Seconda fase (1830-1840)<br />
Dal passato, il pensiero si rivolge al presente. Dal grande e dal potente, si rifugia nel<br />
piccolo e nel vicino. Ne deriva un adattamento alla realtà, una limitazione di ciò che è<br />
possibile raggiungere.<br />
La posizione spirituale è la rassegnazione e una tacita e melanconica serenità. Giorni<br />
alcionèi. Momento culminante <strong>del</strong>l'umorismo europeo.<br />
Dietro tutto questo, profondamente nascosta ed espressa in determinate forme (caricatura)<br />
è una segreta demonìa (Daumier, Blechen). 201<br />
Terza fase (1840-1885)<br />
Un occhio acuto può ancora distinguere l'irrigidimento che è stato superato da<br />
un'apparente guarigione.<br />
Sembra che si sia riusciti a ristabilire la situazione anteriore alla malattia. Risveglio<br />
dei sensi, <strong>del</strong> colore e <strong>del</strong> movimento, spesso con intensità maggiore. Apparente attività.<br />
Rapporto positivo con la propria epoca, ben diverso dalle fratture (<strong>del</strong> 1800 circa)<br />
fra senso di smarrimento e utopia futurista. Fede nel progresso, cioè nel miglioramento<br />
e nella guarigione.<br />
Umore: allegria morbosa dei tubercolotici. Orientamento dionisiaco, spesso meno<br />
spontaneo che non affermato e dimostrato coscientemente. Un non so che di forzato,<br />
di teatrale (Nietzsche) che nasconde gravi tormenti ed inquietudini.<br />
Tutto ciò è solo l'apparenza di un serio processo relegato nell'inconscio che, fino dal<br />
1885, si manifesta in vari sintomi.<br />
Quarta fase (latente fin dal 1885, manifesta fin dal 1900)<br />
Il mondo, l'uomo e la natura si estraneano gli uni dagli altri. Dominano la disperazione<br />
e la paura.<br />
Nuovo raffreddamento <strong>del</strong>le forme e, insieme, dissolvimento di esse. La situazione<br />
oscilla continuamente fra gli estremi. Profonda frattura. Il malato non riesce più a collegare<br />
i propri pensieri; si sente in balìa di forze demoniache e non ha misura in tutte<br />
le sue manifestazioni. Periodica perdita <strong>del</strong>la favella (dadaismo).<br />
Grande inquietudine motoria. Fretta. Oppressioni. Necessità di cambiare continuamente<br />
stato. Labilità. Nei confronti <strong>del</strong> futuro, oscillazione tra una speranza forzata ed<br />
una estrema disperazione.<br />
PORTATORI DEL PROCESSO<br />
I vari popoli hanno in questo processo funzioni diverse.<br />
Per la prima fase sono soprattutto determinanti l'Inghilterra, la Germania settentrionale<br />
e, insieme con esse, anche l'America e la Russia. Nell'estrema tendenza di questa<br />
201 Per il demoniaco nel Biedermeier vedi l'articolo di H. PONGS, nella rivista "Dichtung und Volkstum",<br />
1936. Per Blechen v. il capitolo rispettivo in H. BEENKEN, Das 19. Jahrhundert in der deutschen Kunst, Monaco<br />
1944.<br />
6 aprile 2013