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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 61<br />

Al culmine di questa concezione, culmine raggiunto in tutto il mondo nel primo ventennio<br />

<strong>del</strong> secolo ventesimo, gli estremisti proclamano l'abolizione <strong>del</strong>l'architettura.<br />

Secondo essi è dubbio che lo stesso concetto limitato di architettura possa, in genere,<br />

ancora sussistere: "dalla posizione isolata che occupava con la pittura e la scultura,<br />

l'architettura è stata trascinata nella corrente … Il concetto di architettura è divenuto<br />

troppo ristretto" (Giedion, 1928). 117 Essa viene abolita in quanto la si concepisce come<br />

una categoria puramente storica destinata a scomparire, nella fase raggiunta ora dallo<br />

spirito umano per ridursi poi a un caso particolare nella produzione universale <strong>del</strong> costruttore,<br />

così come la religione "superata", ridotta a semplice categoria storica, deve<br />

essere sostituita dalla scienza.<br />

La grande lotta <strong>del</strong>le macchine contro le architetture, e specialmente contro le architetture<br />

antiche, lotta che trascende di gran lunga tutte le necessità di pace e di guerra,<br />

ci appare, da questo punto di vista, come lo scoppio inconsapevole di un odio profondo<br />

degli uomini <strong>del</strong>la macchina verso tutto ciò che è architettonico. Questi uomini realizzano<br />

così ciò che la teoria <strong>del</strong>l'avanguardia, col consenso <strong>del</strong> pubblico moderno, già<br />

prima aveva voluto, cioè che "il nucleo <strong>del</strong>le nostre antiche città con le loro cupole e le<br />

loro cattedrali fosse abbattuto e sostituito da grattacieli" (Le Corbusier).<br />

Capitolo quinto<br />

IL CAOS SCATENATO<br />

LA RIVOLUZIONE NELLA PITTURA<br />

Nei tempi moderni la pittura è la più sfrenata di tutte le arti. Liberata dai vincoli di<br />

compiti ufficiali per i quali essa creava, liberata dai temi obbligati che le venivano offerti<br />

e creando solo per sé o per l'anonimità <strong>del</strong>l'Esposizione, essa è minacciata dalla<br />

casualità. 118 Ai pittori, e in special modo ad essi, si addice ciò che, in genere, Jaspers<br />

afferma di chi, oggi, crea spiritualmente: "Manca un sicuro limite costituito da un "Tutto".<br />

Dal mondo non viene alcun ordine che vincoli colui che crea. Egli deve dare un ordine<br />

a se stesso, e a proprio rischio. Senza eco, o con una falsa eco e senza autentico<br />

avversario, egli appare ambiguo a se stesso. Le possibilità sembrano aprire orizzonti<br />

impensati, ma minacciano di sopraffarsi a vicenda. Per riaversi dallo smarrimento occorre<br />

una forza quasi soprannaturale". Inoltre, nello stesso colore scatenato, dove esso<br />

non sia più equilibrato da contrappesi plastici e architettonici, esiste un elemento informe<br />

e caotico.<br />

Il pittore moderno è il più compromesso di tutti gli artisti; è tagliato fuori <strong>del</strong>la realtà<br />

e conduce spesso una esistenza grama. Già Marées sente il "tremendo isolamento".<br />

È vero che i grandi pittori <strong>del</strong>l'epoca moderna sono indubbiamente spiriti più profondi<br />

che non gli architetti, ma in nessuna specie artistica il demoniaco penetra così<br />

profondamente, l'abbandono è così grande e così grande è il pericolo <strong>del</strong>la ciarlataneria.<br />

Già per queste ragioni, lo spettacolo che offre la pittura europea dei secoli diciannovesimo<br />

e ventesimo è indicibilmente più caotico di quello <strong>del</strong>l'architettura. Si possono<br />

tuttavia distinguere anche qui alcune correnti fondamentali che manifestandosi ora apertamente<br />

ora seguitando, invece, a muoversi in modo sotterraneo, conferiscono<br />

all'epoca il suo orientamento. Le correnti sono soprattutto tre: una che dissolve il microcosmo<br />

<strong>del</strong> dipinto secondo l'antica concezione; una che cerca nel quadro il carattere<br />

piatto, una che tende a rappresentare l'illogicità e il sogno. Avendo - forse in profondità<br />

- un reciproco rapporto, queste correnti attirano a sé i singoli artisti <strong>del</strong> secolo<br />

trascurando quelli che mostrano di opporsi ad esse.<br />

117 Cfr. anche S. GIEDION, Le Corbusier und das neue Bauen nella rivista "Der Cicerone", 1930, e Architekt<br />

und Konstruktion, ibid., p. 307).<br />

118 K. JASPERS, cit.<br />

6 aprile 2013

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