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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 27<br />

vern, nel Galles, costruito nel 1773, all'epoca cioè in cui Ledoux costruiva 49 la sua casa<br />

sferica.<br />

Le costruzioni in ferro e vetro hanno inizio in due settori: in un primo tempo esse<br />

compaiono nella zona aerea dei tetti, al di sopra di magazzini (a Parigi era celebre la<br />

Loggia <strong>del</strong> grano di Bellanger consistente in una rotonda di mattoni con una cupola in<br />

ferro e vetro), di teatri, di gallerie, di saloni per macchine.<br />

Costruzioni eseguite esclusivamente in ferro e vetro furono dapprima le serre, in seguito<br />

i mercati. Esse si svilupparono notevolmente nel decennio razionalista che va dal<br />

1830 al 1840. Uno tra i primi esempi di costruzione in ferro che presenta già un aspetto<br />

agile e leggero è il Jardin des fleurs a Parigi (1833). Intorno al 1838 sorge la celebre<br />

serra ideata da J. Paxton a Chatsworth per il duca di Devonshire. Il futuro sviluppo<br />

di questa architettura è insito nei progetti <strong>del</strong> geniale Hector Horeau, figura rivoluzionaria<br />

di artista paragonabile a Ledoux. 50 Nel 1837 egli progetta un padiglione di<br />

dimensioni colossali (fig. 20), nel 1848 quello per un mercato di ottantasei metri di luce.<br />

Nella loro concezione queste "cattedrali" profane di vetro e ferro non furono mai<br />

più superate. L'elemento fantastico ed eccessivo dei progetti, che solo cinquant'anni<br />

più tardi dovevano realizzarsi in tali dimensioni, dimostra che l'idea comincia a diventare<br />

valida. Contemporaneamente, vengono per la prima volta in contatto l'idea <strong>del</strong>l'Esposizione<br />

con quella <strong>del</strong>la nuova arte industriale <strong>del</strong> ferro. Non si può affatto dire che<br />

quest'ultima sorga soltanto per motivi pratici. Fino dai suoi inizi essa è accompagnata,<br />

invece, dall'entusiasmo per il nuovo materiale e per le sue possibilità di sviluppo. Persone<br />

lungimiranti come Bötticher (1846) ne compresero l'importanza. "Nel preciso<br />

momento in cui ci si servirà dei nuovi mezzi offerti dalla nuova industria sorgerà una<br />

nuova architettura", scrive il romantico Théophile Gautier nel 1850.<br />

L'idea <strong>del</strong>le "Grandi Esposizioni" nacque proprio quando ebbero inizio le nuove costruzioni,<br />

all'epoca cioè <strong>del</strong>la rivoluzione francese. A partire dalla metà <strong>del</strong> secolo diciannovesimo<br />

prende forma l'Esposizione mondiale. Nel 1851 si allestisce a Londra la<br />

prima Esposizione industriale, che segna una pietra miliare nell'evoluzione <strong>del</strong>l'architettura<br />

in vetro e ferro. Vi figurava il Palazzo di Cristallo (grandiosa opera <strong>del</strong>l'architetto<br />

Paxton), il cui nome tradisce già il nuovo pathos di tali costruzioni. 51<br />

Le successive Esposizioni mondiali (quella <strong>del</strong> 1855, 1867, 1878), tutte allestite a<br />

Parigi, sono quasi tappe verso l'Esposizione mondiale <strong>del</strong> 1889. Con le sue due maggiori<br />

attrazioni, il Salone <strong>del</strong>le macchine degli architetti Contamin e Dutert e la torre<br />

Eiffel, l'Esposizione <strong>del</strong> 1889 raggiunse altezze che non furono mai più superate. Dal<br />

1860, il ferro aveva ceduto il posto all'acciaio. 52<br />

Il Salone <strong>del</strong>le macchine di Contamin, che misura 43 metri di altezza (come la cattedrale<br />

di Amiens) e 110 metri di larghezza è, si può dire, la sintesi di una nuova estetica<br />

e realizza le più profonde aspirazioni <strong>del</strong>l'epoca (fig. 26):<br />

1) Una leggerezza <strong>del</strong> tutto nuova che ne determina il carattere aereo. L'edificio<br />

poggia ormai su articolazioni mobili; poggia, si può dire, esclusivamente su punti.<br />

Sembra una tela di ragno irradiata dalla luce che irrompe da ogni parte e che pare quasi<br />

voler dissolvere le ultime solide strutture.<br />

2) Un'insolita abbondanza di luce che penetra in masse inattese: è, si direbbe, il culto<br />

<strong>del</strong>la luce naturale. Per usare un'espressione <strong>del</strong>lo Hegel, la quantità determina, in<br />

questo caso, la qualità. Una tale profusione di luce profana è quasi una consacrazione<br />

religiosa. Chi non sapesse a quale scopo questo ambiente è destinato, potrebbe forse<br />

pensare ad una chiesa in cui si pratica il culto <strong>del</strong>la Luce.<br />

3) Il carattere unitario <strong>del</strong>l'ambiente. Per la prima volta, infatti, ci troviamo di fronte<br />

ad un ambiente unico, di proporzioni straordinariamente grandi - quasi cosmiche -<br />

che fa sembrare l'uomo un essere minuscolo.<br />

49 [Nota di Bettini: Ledoux non ha "costruito", ma solo progettato, la sua casa sferica].<br />

50 JEANNE DOIN, Hector Horeau, in "Gazette des beaux-arts", 1914, p. 11.<br />

51 F. R. YERBURY, An der Wiege des Modernismus (su Paxton), nella rivista "Der Städtebau", 1931, pp. 200<br />

ss.<br />

52 Cfr. S. GIEDION, Bauen in Frankreich, Eisenbeton, Lipsia-Berlino, senza data.<br />

6 aprile 2013

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