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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 83<br />

DISTACCO DALL'UMANISMO<br />

"Nella coscienza dei secoli diciannovesimo e ventesimo scompare l'immagine ideale<br />

<strong>del</strong>l'uomo" (N. Berdjajew).<br />

La diagnosi ottenuta con l'esame generale dei sintomi si avvicina qui a quella raggiunta<br />

per pura via intuitiva prima <strong>del</strong>lo scoppio <strong>del</strong>la prima guerra mondiale dai filosofi<br />

russi. W. Iwanow e specialmente N. Berdjajew riconobbero nelle forme moderne<br />

<strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong>l'arte, l'espressione di un profondo antiumanismo.<br />

"L'arte che registra, presagendoli, i procedimenti interiori <strong>del</strong>la vita, non trova più,<br />

entro i confini <strong>del</strong>l'umanismo, alcun campo che possa dare frutti. Spingendo lo sguardo<br />

fin dove esso può arrivare, si nota che i nomadi <strong>del</strong> bello sono usciti inosservati dal<br />

regno <strong>del</strong>l'umanismo e stanno ora vagando chi sa dove". 152<br />

"In questo consistette la rottura di Skriabin con tutto il passato musicale: fu la rottura<br />

di un genio contemporaneo con l'umanismo <strong>del</strong>la musica". 153 La sua armonia conduce<br />

fuori dai limiti di quella sfera umanamente sicura, approfondita e bene ordinata<br />

che è simile al "Clavicembalo ben temperato" di Giovanni Sebastiano Bach. Questa apostasia<br />

dal canone, il quale si basa sull'unità <strong>del</strong>l'azione normativa <strong>del</strong>lo spirito umano,<br />

e non solo dal canone estetico ma anche da quello etico, è un transumanismo musicale<br />

che ad ogni umanista ortodosso deve apparire non già come "un caos familiare e generatore<br />

di stelle" ma come l'"orribile grido <strong>del</strong>la follia che scuote l'anima", come il peana<br />

<strong>del</strong>la frenesia e <strong>del</strong>l'annientamento.<br />

"Così Picasso, nella sua pittura, trascende 1' "Umano Troppo Umano" considerato in<br />

se stesso mediante l'annientamento <strong>del</strong> precedente <strong>centro</strong> soggettivo. Il suo genio creatore<br />

vola, come il corvo dall'arca, fuori dalla sua casa umana e vaga qua e là, beccando<br />

i resti dei cadaveri <strong>del</strong> mondo sommerso, i bran<strong>del</strong>li di quello che fu il velo d'Iside,<br />

il morto involucro <strong>del</strong>l'apparizione scompaginata... E l'umanismo muore" (W. IWANOW,<br />

op.cit.).<br />

Queste constatazioni debbono essere rettificate in due punti. Il processo di disumanizzazione<br />

non ha avuto inizio soltanto al principio <strong>del</strong> secolo ventesimo bensì alla fine<br />

<strong>del</strong> diciottesimo e, consapevolmente o inconsapevolmente, esso si rivolge non solo<br />

contro l'immagine <strong>del</strong>l'uomo in senso strettamente umano, ma contro l'uomo in generale.<br />

Esiste peraltro, fino dal secolo diciottesimo, un "transumanismo" e la sua trasformazione<br />

in "antiumanismo" è molto evidente proprio nelle manifestazioni <strong>del</strong>l'arte e soprattutto<br />

nel rapporto esistente fra quel periodo e l'arte <strong>del</strong>l'epoca precedente. Inoltre<br />

si possono distinguere tre fasi.<br />

Nella prima fase (da circa il 1760 al 1800), specialmente nell'architettura, si guarda<br />

per la prima volta indietro verso le epoche primordiali che fino allora erano rimaste escluse<br />

dall'orizzonte <strong>del</strong>la storia. Si cominciano a considerare le origini. Si determina<br />

così un rapporto completamente nuovo rispetto all'antichità. Si scoprono in essa gli elementi<br />

preumani, barbarici, con la loro rude e oscura grandezza e il loro carattere<br />

grave e severo. Per la prima volta si ritorna allo stile greco, al dorico che tutta l'arte occidentale<br />

aveva fino allora trascurato e che a Paestum aveva colpito anche Goethe. Poi<br />

allo stile etrusco e a tutto ciò che va sotto questo nome, all'egizio e all'arte nordica antica.<br />

Tombe di giganti, edifici costruiti con pietre ciclopiche e rozzi tronchi eccitano la<br />

fantasia di queste generazioni e, per la prima volta dall'epoca romanica, compare<br />

un'architettura sotterranea di stile monumentale. E anche l'arte dei primitivi, nella sua<br />

essenza barbarica, si avanza isolata all'orizzonte.<br />

152 W. IWANOW, Klüfte (sulla crisi <strong>del</strong>l'umanismo). Zur Morphologie der zeitgenössischen Kunst und der<br />

Psychologie der Gegenwart (in lingua tedesca, Berlino, senza data).<br />

153 In luogo <strong>del</strong> nome di SKRIABIN sarebbe ancor più giustificato riportare altri nomi di musicisti moderni.<br />

6 aprile 2013

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