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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 127<br />

Nella quarta era <strong>del</strong>l'occidente compaiono anche fenomeni che possono, indubbiamente,<br />

essere considerati fenomeni di vecchiaia. Una civiltà concentrata in metropoli è<br />

sempre una civiltà avviata verso la fine, dovunque essa si manifesti: questo è un criterio<br />

assolutamente obiettivo. Anche la diminuzione <strong>del</strong>la fertilità biologica e il decadimento<br />

possono essere spiegati - se pure con maggiore prudenza - come fenomeni di<br />

vecchiaia. Si potrebbero indicare (ciò che qui non farò) fenomeni <strong>del</strong>l'arte, analoghi a<br />

quelli di altre tarde civiltà; si potrebbe anche andare oltre le tesi di Spengler. 222 Tali<br />

fenomeni non sono però decisivi per determinare il carattere di questa quarta era.<br />

Le tesi di Spengler non hanno affatto dimostrato che una civiltà invecchiata non possa<br />

rinnovarsi, sia biologicamente mediante la trasfusione di sangue nuovo, sia col riattivarne<br />

le forze spirituali, cioè con un rinnovamento religioso, sia - più verosimilmente<br />

- nell'uno e nell'altro modo. Infatti, come l'uomo portatore <strong>del</strong>la civiltà, così anche la<br />

civiltà stessa è una creazione che appartiene al mondo naturale ma, nel medesimo<br />

tempo, a quello spirituale. Nel misconoscimento di questo fatto mi sembra sia naufragata<br />

l'interpretazione <strong>del</strong>la tarda antichità formulata da Spengler. D'altra parte le giustificate<br />

obiezioni contro Spengler non hanno ancora dimostrato che una morte per<br />

vecchiaia <strong>del</strong>la cultura occidentale possa essere esclusa o dimostrarsi inverosimile.<br />

La considerazione <strong>del</strong>l'arte non può portare nulla di decisivo alla soluzione di questo<br />

problema. Bisogna rispondere, in questo caso, con un non liquet. Questo problema<br />

passa di gran lunga in seconda linea davanti al secondo, quello <strong>del</strong>la disumanizzazione.<br />

DISUMANIZZAZIONE<br />

I fenomeni descritti in questo libro non hanno, infatti, nulla a che fare con i fenomeni<br />

<strong>del</strong>la vecchiaia, perché hanno in sé qualche cosa di veramente unico nella storia.<br />

Se si paragona senza preconcetti il processo complessivo <strong>del</strong>la civiltà occidentale -<br />

così come esso si rispecchia nel campo <strong>del</strong>l'arte - col processo complessivo di altre civiltà,<br />

si vede che la civiltà <strong>del</strong>l'occidente ha raggiunto, nella sua quarta era, uno stadio<br />

come non esiste altrove.<br />

Tesi fondamentale nell'opera di Spengler sulla morfologia <strong>del</strong>le civiltà è che tutte le<br />

culture superiori abbiano gli stessi gradi, ed anzi che le loro fasi siano di durata rispettivamente<br />

uguale. 223 In base alle osservazioni che si possono fare, questa tesi dev'essere<br />

abbandonata. L'impostazione <strong>del</strong>lo Spengler non corrisponde alla realtà. Le civiltà<br />

non si distinguono fra loro come si fa tra individui di una stessa specie, perché fra esse<br />

esistono diverse specie. 224<br />

Bisogna dunque tentare una nuova impostazione che tenga conto di queste condizioni.<br />

Tale impostazione avrà in seguito certamente bisogno di essere migliorata. Qui<br />

si vuole parlare soltanto di fenomeni che appaiono nel campo <strong>del</strong>l'arte.<br />

Anzitutto si può distinguere un gruppo di antiche civiltà superiori che possono essere<br />

definite come civiltà di uguale grado. Ciò non significa che esse non percorrano le<br />

fasi di sviluppo descritte all'ingrosso da Spengler. Inoltre una civiltà <strong>del</strong>le metropoli,<br />

dovunque essa compaia, è sempre una civiltà avviata alla fine. Ma in tutte le fasi, queste<br />

civiltà mantengono l'attaccamento alla religione, ciò che determina anche le loro<br />

forme dissolvitrici.<br />

Per quanto riguarda l'arte, esse sono superate soltanto da tre grandi civiltà: la greca,<br />

quella <strong>del</strong>l'Asia orientale (cinese) e quella occidentale (nel suo secondo e terzo periodo),<br />

nelle quali si raggiunge un tipo di civiltà "umanista" che ha come <strong>centro</strong> l'uomo e<br />

che gode quindi la relativa indipendenza <strong>del</strong>le arti e <strong>del</strong>l'artista dalla religiosità: è quello<br />

stadio <strong>del</strong>lo sviluppo umano che Jaspers definisce come "epoca assiale". Esse sole<br />

222 Cfr. O. SPENGLER, Untergang des Abendlandes, vol. I, pp. 375 ss.; trad. italiana: Il tramonto <strong>del</strong>l'Occidente,<br />

Longanesi, Milano 1957.<br />

223 Cfr. anche G. B. Vico, Principi <strong>del</strong>la scienza nuova, Napoli 1725.<br />

224 A. DEMPF ha tentato una differenziazione <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong>le civiltà superiori costruito da Splenger.<br />

Cfr. la sua Kulturphilosophie, Monaco 1932).<br />

6 aprile 2013

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