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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 122<br />

visibile <strong>del</strong> cielo (si desidera ora di immedesimarsi anche mediante la vista col sacrosanto),<br />

diviene un alto e luminoso ambiente a vetrate pervaso da splendore soprannaturale<br />

e adamantino, echeggiante di musica celeste. 219 Cristo non è più Padre o Giudice<br />

severo; si mostra nell'aspetto di una umana sovranità, e vicino a lui compaiono la<br />

Madonna e i Santi.<br />

L'elemento naturale diviene così degno di essere rappresentato e conquista, uno dopo<br />

l'altro, tutti i settori <strong>del</strong> mondo. Ciò che è nobile e insieme tremendo, si scinde<br />

nell'umanamente bello - nel grazioso - e nell'umanamente brutto.<br />

Nell'immagine <strong>del</strong>l'uomo come uomo, compare, per la prima volta dall'antichità, la<br />

scultura a tutto tondo che da rigidi segni figurati si trasforma rapidamente - sempre<br />

subordinata all'architettura, cioè posta sotto i baldacchini - in immagini sensibilmente<br />

vicine alla divinità. L'ultrasensibile viene concepito in figure sensibili da una fantasia<br />

sensibile. Il compito <strong>del</strong>l'arte subisce così un mutamento. Ha inizio ora, partendo<br />

dall'ornamento che si anima in maniera naturalistica, lo studio <strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong>l'antichità.<br />

L'artista laico subentra a quello religioso.<br />

Una volta iniziato, il processo non si arresta. Dopo la scultura a tutto tondo esso<br />

conquista la pittura. Con Giottto nasce (è, questo, un avvenimento di importanza universale)<br />

una pittura che, nella superficie liscia <strong>del</strong> quadro, rappresenta i corpi con luci<br />

ed ombre, nella loro completa rotondità, gli spazi nella loro spazialità, una pittura che<br />

concepisce prospetticamente le cose nel loro rapporto visibile. Il dipinto, comprendente<br />

in sé pittura, scultura e architettura diviene un microcosmo, il successore cioè, <strong>del</strong>la<br />

cattedrale. 220 Esso procede cominciando dalla rappresentazione di avvenimenti e di figure<br />

sacre, collocati su di una "scena" per giungere poi alla loro rappresentazione nella<br />

realtà (sembra che proprio in quel preciso momento essi stiano davanti a noi) e alla loro<br />

proiezione nel presente. Tutto il mondo che ci circonda viene così santificato e scoperto<br />

passo passo. Nel punto culminante di questo cammino progressivo stanno le<br />

rappresentazioni che tendono alla veridicità di una immagine riflessa in uno specchio<br />

(van Eyck).<br />

Accanto alla tendenza che mostra la seconda persona di Dio e il mondo sacro prossimi<br />

all'uomo, si giunge prestissimo ad un'altra tendenza che cerca, mediante il sentimento,<br />

di avvicinare ancor più Dio e l'uomo rappresentando l'uomo-Dio nell'umiltà,<br />

fragilità e miseria, nelle quali si manifesta la sua natura umana. È questo il momento in<br />

cui si creano le immagini <strong>del</strong>l' "Ecce homo", <strong>del</strong>la "Pietà", <strong>del</strong>la "Lamentazione su Cristo",<br />

ecc.; e le scene sacre vengono trasferite nel comunissimo ambiente di tutti i giorni<br />

che ne viene valorizzato; per esempio nelle strade o nelle stanze di una città medievale.<br />

Tali scene si presentano alla realtà con uno spirito nuovo. Questo tipo di arte figurativa<br />

che si abbassa fino alle rappresentazioni <strong>del</strong>la vita quotidiana apre davanti a<br />

sé un immenso campo di osservazione <strong>del</strong>la natura. Gli appartiene strettamente una<br />

forma semplicissima di edificio sacro che, in contrasto con lo sfarzo sbalorditivo di vetri<br />

e di gioielli usati per la costruzione <strong>del</strong>la cattedrale, vede nella chiesa stessa qualche<br />

cosa di profano, un puro e semplice locale di riunione, in cui è sacro solamente<br />

l'altare sul quale si forma la nuova opera d'arte unitaria <strong>del</strong> tardo medioevo, l'altare a<br />

sportelli tardo-gotico.<br />

L'immagine di devozione prende sempre più il sopravvento. Man mano però che<br />

procede la soggettivazione <strong>del</strong>l'arte, si smembra il complesso <strong>del</strong>l'arte sacra. L'antica<br />

unità si frantuma sempre più in molte cappelle, in molte singole immagini di devozione.<br />

Poiché all'uomo, per l'umanizzazione <strong>del</strong>la seconda Persona, spetta un nuovo significato<br />

e poiché l'arte diviene ora capace non soltanto di elevare lo spirito ma anche di<br />

<strong>del</strong>iziare l'occhio, si forma un secondo polo profano <strong>del</strong>l'arte nella sfera privata <strong>del</strong> castello<br />

e, poco dopo, <strong>del</strong>la casa borghese, e si notano i primi inizi di un'arte che, come i<br />

"romanzi" <strong>del</strong> tempo, non è più legata alle cose sacre e svolge nuovi temi puramente<br />

profani.<br />

219 Cfr. H. SEDLMAYR, Die Entstehung der Kathedrale, Zurigo-Friburgo in Bresgovia 1950.<br />

220 TH. HETZER, cit.<br />

6 aprile 2013

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